Più sport a scuola contro l’obesità

Tre ore di sport settimanale obbligatorie nelle scuole. E’ quanto chiede il Parlamento europeo per contrastare il crescente fenomeno dell’obesità tra i giovani. Occorre poi promuovere gli investimenti nelle infrastrutture e usare i Fondi strutturali per creare nuovi impianti sportivi. Al contempo, bisogna prevenire lo sfruttamento dei giovani talenti sportivi e informare i giovani sui pericoli del doping. E’ anche necessario riconoscere le qualifiche ottenute tramite lo sport.

 

E’ allarme obesità in Europa, in particolare tra i giovani. Si stima infatti che il numero di bambini affetti da obesità e in sovrappeso nell’Unione europea aumenti di 400.000 unità ogni anno, oltre ai 14 milioni di europei già in queste condizioni (compresi gli almeno 3 milioni di bambini obesi). Nell’Europa a 27, 1 bambino su 4 è in sovrappeso: Spagna, Portogallo e Italia registrano livelli di obesità superiori al 30% tra i bambini dai 7 agli 11 anni. Per l’ex campione olimpionico di scherma Pál SCHMITT , l’assunzione di quantità più elevate di calorie non è la prima causa del sovrappeso, bensì la mancanza di movimento: «i bambini non mangiano di più, si muovono di meno».
 
Approvando con 590 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni la sua relazione, il Parlamento invita quindi gli Stati membri «a rendere obbligatoria l’educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie» e ad accettare il principio che l’orario scolastico «comporti almeno tre lezioni di educazione fisica settimanali». Sottolinea poi l’importanza dell’esercizio fisico «per lottare contro l’obesità e abbandonare abitudini di vita antigieniche», poiché ciò può avere considerevoli effetti positivi sulla salute delle persone.
 
Il Parlamento incoraggia pertanto gli Stati membri ad ammodernare e migliorare le loro politiche in materia di educazione fisica, soprattutto ad assicurare un equilibrio tra le attività fisiche e intellettuali nelle scuole. Ma anche ad investire in strutture sportive di qualità e a prendere misure adeguate per rendere accessibili a tutti gli studenti i centri sportivi e i corsi di sport nelle scuole, prestando particolare attenzione ai bisogni degli studenti disabili. Raccomanda, inoltre, il ricorso ai fondi strutturali dell’UE per creare e ampliare scuole e impianti sportivi in aree sfavorite
 
I deputati si dicono poi favorevoli alla concessione di incentivi a club sportivi che hanno accordi di collaborazione con le scuole, gli istituti scolastici e i centri per la gioventù. Invitano la Commissione ad elaborare orientamenti chiari sulle norme che disciplinano gli aiuti di Stato, definendo quale tipo di sostegno sia accettabile e necessario per fare pienamente fronte «alle funzioni sociali, culturali, di protezione della salute e educative dello sport». Compreso il sostegno per creare o per ammodernare impianti sportivi scolastici e per migliorare e diversificare le attrezzature e le strutture esistenti, «poiché queste, in molte scuole, risultano inadeguate o obsolete sotto tutti i riguardi»..
 
Allo stesso tempo, il Parlamento chiede agli Stati membri di riservare particolare attenzione alle situazioni in cui il talento dei bambini «viene sfruttato per ottenere risultati nelle competizioni sportive» e insiste affinché le attività sportive professionali che coinvolgono bambini «ne rispettino i diritti fondamentali e gli interessi primari». Sottolinea inoltre che l’uso di sostanze chimiche tali da migliorare le performance sportive «è contrario ai valori dello sport in quanto attività sociale, culturale e educativa». Invita quindi gli Stati membri ad assicurare che gli insegnanti di educazione fisica, sia nelle scuole che al di fuori di tale contesto, «informino gli studenti in merito ai pericoli fisici e psicologici inerenti all’uso di sostanze dopanti».
 
I deputati ritengono inoltre che le qualifiche acquisite tramite l’attività sportiva dovrebbero essere riconosciute nell’ambito del sistema comune di riferimento incorporato nel futuro Quadro europeo per le qualifiche. Accolgono quindi con favore la proposta della Commissione di includere lo sport

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