WWF

CAMBIAMENTI CLIMATICI: WWF “ANCHE L’INDONESIA E’ VITTIMA”

Wednesday, 28/11/2007

L’impatto devastante del riscaldamento globale è più che tangibile in Indonesia, un paese particolarmente vulnerabile per la combinazione di alta densità della popolazione e alto tasso di biodiversità presente lungo gli 80.000 km di coste e sulle 17.500 isole che la compongono.  A pochi giorni dall’avvio del vertice sul clima che si svolgerà nell’isola indonesiana di Bali, il WWF lancia al livello globale il nuovo rapporto Il cambiamento climatico in Indonesia - Le conseguenze per gli esseri umani e la natura che  registra la diminuzione del 2-3% delle piogge rispetto alla media, una situazione aggravata dal fatto che l’Indonesia è il quarto stato più popoloso del mondo (232 milioni di abitanti) dopo Cina, India e Stati Uniti. 

“La diminuzione delle piogge durante la stagione umida si traduce in un alto rischio di siccità e, di conseguenza, una minore resa delle coltivazioni, instabilità economica e, in definitiva, rischio che la popolazione non abbia di che nutrirsi” osserva Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia  ”Una situazione che non consentirà all’Indonesia di fare passi avanti nella lotta alla fame e alla povertà”.

L’incremento delle piogge durante la stagione secca, invece, provoca il rischio di alluvioni, come è accaduto proprio a Giacarta a febbraio scorso, quando l’acqua ha inondato ben 70.000 case costringendo circa mezzo milione di persone alla fuga. Le vittime sono state 69 e le perdite quantificate in 4.1 miliardi di rupie indonesiane, circa 300 milioni di euro. Gli impatti dei cambiamenti climatici sono riscontrabili in tutta la regione dell’Asia-Pacifico; ondate di calore più frequenti e intense, alluvioni, eventi meteorologici estremi e periodi di siccità prolungata continuano a provocare danni, malattie e purtroppo anche morte. La temperatura in continua ascesa causerà un numero sempre crescente di casi di malaria, di febbre dengue e di altre malattie infettive che sono una diretta derivazione malnutrizione, dovuta alla minore disponibilità di cibo. L’Indonesia inoltre è un significativo produttore di gas serra a causa della deforestazione e dal cambio d’uso dei terreni; si stima che ogni anno siano interessati a questo processo circa 2 milioni di ettari di terreno e che ad esso sia dovuto l’85% del totale delle emissioni indonesiane. Da non sottovalutare il fatto che il paese è un buon produttore e consumatore di carbone.

“L’Indonesia ospita un’incredibile quantità di esseri viventi e gran parte della biodiversità del pianeta. Il governo indonesiano deve guidare in maniera seria la lotta contro i cambiamenti climatici” prosegue Bologna. “La sfida è mettere in cima all’agenda politica ed economica l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’uso sostenibile della terra anche con l’aiuto dei paesi industrializzati. Il summit dell’ONU sul clima che si terrà a Bali è una sfida e un’opportunità: i ministri di 190 paesi dovranno lavorare duramente e mettersi d’accordo su tagli drastici alle emissioni di CO2 a partire dal 2012″.

WWF: “E’ STRAGE NEL MAR NERO: 30.000 UCCELLI MORTI, 12 KM DI COSTA RUSSA INVASI DAL PETROLIO” Ma è presto per un bilancio definitivo

Monday, 12/11/2007

Il WWF esprime grande preoccupazione per quanto accaduto nelle acque del Mar Nero. Il disastro ambientale provocato dal naufragio delle 5 navi, cariche di zolfo, petrolio e materiali ferrosi, rischia di diventare ancora più grave perché l’Ucraina non sembra avere gli strumenti adeguati per affrontare e tamponare incidenti di questa portata.

La raccolta del petrolio fuoriuscito è iniziata, ma la situazione meteorologica, con forte vento e tempesta persistenti, rende difficile ogni intervento. Ci vorranno uno o due giorni per quantificare la reale gravità del disastro, ma il bilancio è già grave: il WWF riferisce che, secondo le autorità russe, sarebbero almeno 30.000 gli uccelli morti e 12 i chilometri di costa russa invasi dal petrolio. La morfologia delle coste, caratterizzate da spiagge basse e sabbiose, rischia di peggiorare la situazione favorendo la penetrazione del petrolio verso l’entroterra. Minori preoccupazioni desta invece la situazione dello zolfo, racchiuso in container che dovrebbero garantire una certa tenuta.

“Questo devastante incidente rischia di aggravare un’emergenza ambientale già conclamata nel Mar Nero, uno dei mari più inquinati e a rischio - dichiara Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia - E’ un incidente che invita ancora una volta ad aprire gli occhi sui rischi del commercio del petrolio, di cui il mare, nonostante decenni di gravissimi disastri ambientali, rimane come sempre la vittima sacrificale.”

“L’incidente è una conseguenza naturale quando navi costruite per i fiumi vengono fatte navigare in mare - ha spiegato Alexey Knizhnikov, responsabile del Programma Petrolio e gas del WWF Russia - Le navi da mare, infatti, non possono entrare nei fiumi Don e Volga a causa della scarsa portata d’acqua, e nello Stretto di Kerch trasferiscono i loro carichi su navi da fiume. Queste ultime, però, non sono in grado di sostenere la forza delle tempeste marine.”

“Per minimizzare le conseguenze della fuoriuscita di petrolio nel mare - dichiara Oleg Tsaruk, responsabile del WWF Russia/Caucaso - è importante istituire un comitato permanente Russa-Ucraina che coordini i servizi d’emergenza dei due paesi, non solo per ripulire le dispersioni di petrolio, ma soprattutto per prevenire potenziali incidenti. Tutti erano stati avvertiti del sopraggiungere di una tempesta entro l’11 novembre, ma nessuno ha dato l’ordine di portare in posti sicuri le navi con carichi velenosi.”  

“Il WWF si augura che questo incidente porti all’adozione di una legge che garantisca la sicurezza delle operazioni di gestione del petrolio nei mari e nei fiumi, simili all’Oil Pollution Act adottato negli USA dopo il disastro ambientale della Exxon Valdez nel 1989″ è il commento di Evgeny Shvarts, responsabile della Conservation Policy del WWF Russia.

Riapre la caccia: dopo il gli incendi il fuoco delle doppiette

Saturday, 1/9/2007

Ancora una volta le Regioni soggiacciono alle pressioni dei cacciatori: sono ben 14 quelle che anticipano il via alla stagione venatoria (più la Sicilia, fermata dal TAR), colpendo una fauna gà fortemente indebolita dagli incendi

 

Sono 15 le Regioni che confermano la tradizione della preapertura della caccia nonostante l’eccezionale stato di calamità decretato dal Governo a causa degli incendi, peraltro ancora in corso, e della siccità che non hanno risparmiato aree naturali di pregio, parchi nazionali compresi. “Ancora una volta, come sempre, le Regioni soggiacciono alle pressioni dei cacciatori, infischiandosene delle sorti di un patrimonio di tutti, quale la fauna, già messa a durissima prova dai terribili incendi di quest’anno. Se questi sono i risultati del federalismo, c’è veramente da preoccuparsi” ha detto Fulco Pratesi Presidente onorario del WWF Italia.

Si riconfermano maglia nera  Toscana, Marche,  Emilia Romagna e Calabria. Il WWF Italia ha già portato al TAR l’Abruzzo, la Campania, la Sicilia. Per la Sicilia il TAR ha già accolto il ricorso di WWF e Legambiente, sospendendo per il momento l’inizio della stagione venatoria.

Incendi e gran caldo contribuiscono ad indebolire la fauna selvatica, tanto da mettere in serio rischio la sopravvivenza di moltissimi animali, soprattutto dei piccoli, rendendo ancora più grave la decisione della preapertura.Dai primi dati del Corpo Forestale, risulta un aumento, rispetto al 2006, del 70% degli incendi  ed addirittura del  330% di boschi distrutti dal fuoco . Inoltre, nonostante viga  per legge il divieto di caccia nei territori incendiati (per evidenti ragioni naturalistiche e ambientali), diventa quasi impossibile applicare tale divieto, mettendo in serio rischio la natura e la fauna, a causa  delle mancate  perimetrazioni  delle aree bruciate. Sono i Comuni a dover provvedere a tenere aggiornato il Catasto delle aree incendiate e comunicarlo pubblicamente tramite affissione su albo pretorio. Non è quindi eccessivo sostenere che,  se i Comuni sono inadempienti, essi si rendono complici di cacciatori senza scrupoli che cacciano nelle zone colpite dagli incendi.  

“Il WWF chiede un atto di  responsabilità alle Regioni che devono chiudere la caccia anche nelle aree vicine a quelle incendiate e revocare le delibere di preapertura della caccia come peraltro previsto dalla legge, almeno in attesa che l’emergenza incendi non sia completamente rientrata. Riterremo responsabili Regioni ed amministratori  dei gravi danni arrecati alla  fauna selvatica  - che è patrimonio dello Stato  e tutelata da leggi europee ed  internazionali - dalle aperture anticipate della caccia�? sottolinea Michele Candotti Segretario Generale WWF Italia.

 

Un Pianeta non basta

Thursday, 26/10/2006

Gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana. E’ quanto riporta con grande chiarezza il “Living Planet Report 2006�?, l’ultimo rapporto del WWF, giunto alla sua sesta edizione, lanciato oggi al livello mondiale proprio da uno dei paesi a più rapido sviluppo, la Cina.

Dopo due anni di studi gli esperti, che hanno analizzato lo stato naturale del pianeta ed il ritmo attuale di consumo delle risorse (quali il terreno fertile, l’acqua, le risorse forestali, le specie animali, comprese le risorse ittiche), indicano che la popolazione umana entro il 2050 raggiungerà un ritmo di consumo pari a due volte la capacità del pianeta Terra, un ritmo davvero insostenibile visto che il pianeta Terra è un sistema biologico chiuso. Il Living Planet Report conferma anche una continua perdita di biodiversità, così come analizzato nelle precedenti edizioni.

I grafici degli andamenti delle popolazioni delle specie viventi dimostrano globalmente una pericolosa discesa: il rapporto dimostra che in 33 anni (dal 1970 al 2003) le popolazioni di vertebrati hanno subito un tracollo di almeno 1/3 e nello stesso tempo l’Impronta Ecologica dell’uomo - ovvero, “quanto pesa” la domanda di risorse naturali da parte delle attività umane - è aumentata ad un punto tale che la Terra non è più capace di rigenerare ciò che viene consumato.

Giornata delle OASI 2006

Monday, 23/10/2006

All’iniziativa hanno partecipato 127 classi, rappresentative di tutto il territorio italiano, che hanno inviato complessivamente 1.400 elaborati tra cartoline e locandine.

l_sono parte di noi.jpgHanno aderito scuole primarie (45%), secondarie di primo grado (43%) e secondarie di secondo grado (12%).

Tutti gli elaborati sono stati esaminati da una commissione di esperti tra i quali Fulco Pratesi (presidente del WWF Italia), Francesco Taddeucci (direttore creativo dell’agenzia di pubblicità Saatchi & Saatchi), M. Antonietta Quadrelli (responsabile dell’Ufficio Educazione del WWF Italia), Claudio Scotto di Carlo (Channel Director Discovery Italia).

l_elica.jpgDai lavori è emerso che i ragazzi hanno colto perfettamente la complessità del concetto: dalla catena del DNA, alla diversità delle culture, dall’aspetto utilitaristico a quello valoriale, estetico. I ragazzi hanno adattato informazioni acquisite a scuola, giochi tradizionali, racconti e persino i reality televisivi, adattando e rielaborando gli stimoli ricevuti.
Le tecniche utilizzate sono state molteplici: dal collage, al disegno a pastello, dalla grafica al computer alle tempere, ecc.

I riconoscimenti previsti sono stati così ripartiti.

4 biblioteche composte da pubblicazioni scelte fra i 60 titoli della collana dei Quaderni di Educazione ambientale del WWF alle seguenti scuole che hanno coinvolto il maggior numero di classi:

  1. Direzione Didattica IV° Circolo “Cesaro”, Via Vittorio Veneto, Torre Annunziata (Na)
  2. Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto”, Via Calispera, Contesse (Me)
  3. Istituto Comprensivo “Baccio da Montelupo”, Via Caverni, Montelupo Fiorentino (Fi)
  4. II° Circolo Didattico “F. Gianpaglia”, Via Semmola, Napoli

5 visite gratuite ad OASI del WWF alle seguenti classi che hanno inviato i 5 elaborati ritenuti migliori dalla commissione:

  1. Classe I D - Scuola Secondaria di Primo Grado “Jona”, C.so Genova 24, 14100 Asti
    (vedi disegno di Samuele >>>)
  2. I A - Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Manzoni”, Via Vitale 84, 88100 Catanzaro - Ponte Grande
    (vedi disegno >>>)
  3. IV B - Scuola Primaria “Carlo A. Dalla Chiesa”, Via Mascagni 36, 41035 Massa Finalese (Mo)
    (vedi disegno di Francesco >>>)
  4. III A - Istituto Comprensivo “Mazzi”, Via Fratelli Calvi 3, 24122 Bergamo
    (vedi disegno di Robin >>>)
  5. II B - Scuole Secondaria di Primo Grado “Palazzo”, Via Vittorio Veneto 4, 15025 Pontestura (Al)
    (vedi disegno di Manuel >>>)

Due scuole superiori hanno mandato lavori che hanno meritato due menzioni speciali:

  1. III Corso - Centro di Formazione Professionale “M. Belloni - Fondazione Luigi Clerici”, Via A. Belloni 3, 20162 Milano
    (vedi alcuni elaborati >>>)
  2. IV G - Istituto di Istruzione Superiore “Cellini”, Via Masaccio 8, 50136 Firenze
    (vedi gli elaborati >>>)

15 iscrizioni gratuite al programma Panda Club alle seguenti classi che hanno inviato il maggior numero di elaborati:

  1. III D - V° Circolo, Via Pompei 12, 70022 Altamura (Ba)
  2. 1 B - Scuola Secondaria di Primo Grado “D. Forlani”, Via Vernaleone 1, 70014 Conversano (Ba)
  3. 4 C - I° Circolo Didattico “Laini”, Via Scuole 1, 25015 Desenzano del Garda (Bs)
  4. 4 C - II° Circolo Didattico “”San Giuseppe”, Via Enrico Costa 63, 73100 Sassari
  5. 3 A - Scuola “Anna Frank”, Piazzale P. Valery 31, 16137 Genova
  6. 5 B - Scuola Primaria “P. Thouar”, Via Airaghi 9, 16157 Genova - Prà
  7. 1 D - Scuola Secondaria di Primo Grado “Jona”, Corso Genova 24, 14100 Asti
  8. 4 A - Scuola Secondaria di Primo Grado “3 Fontane”, Via Del Tintoretto, 00100 Roma
  9. 3 A - Circolo Didattico Bassano Romano, Plesso Montessori, 001030 Monterosi (Vt)
  10. 2 - II° Circolo Didattico “Campovico”, Via Prati Grassi 76, 23017 Morbegno (So)
  11. 2 A - Istituto Comprensivo “C. Crespellano”, L.go Ugo Foscolo 1, 40010 Calcara (Bo)
  12. 3 A - Scuola Primaria “Greppi”, Via Mario Greppi 13, 20097 San Donato Milanese (Mi)
  13. 3 F - Scuola Secondaria di Primo Grado “L.Amat”, Via Trento 24, 90048 Sinnai (Ca)
  14. 1 - Istituto Comprensivo “Gozzano”, Via De Sanctis, 58039 - Roccastrada (Gr)
  15. Scuola Primaria “Dal Pon”, Via A. Novello 21, 32100 Belluno
  16. La premiazione delle classi è avvenuta durante la Giornata delle Oasi presso il Centro di Educazione Ambientale WWF di Villa Paolina ad Asti e in quell’occasione è stata anche allestita una mostra con gli elaborati delle scuole.  Le idee e i lavori pervenuti saranno utilizzati dal WWF in occasione di iniziative di sensibilizzazione a favore della biodiversità, in occasione di specifiche campagne previste per il futuro.l_pinguino acrobata.jpgA tutte le classi è stato inviato un attestato di partecipazione e una lettera di ringraziamento.

    l_se ne stanno perdendo.jpg

Scoperto un serpente che cambia colore

Thursday, 29/6/2006

Dal Borneo, isola grande il doppio della Germania, dove sono state scoperte negli ultimi dieci anni ben 361 nuove specie di animali e piante, arriva un’altra novita’: un serpente che cambia colore, come i camaleonti.
Ne da’ notizia il WWF, che collabora a progetti di conservazione nell’area indonesiana del Borneo, in particolare nel parco nazionale Betung Kerihun, dove vive la nuova specie, ribattezzata Serpente di fango del Kapuas.
‘Ho messo un esemplare di questo serpente velenoso lungo circa mezzo metro, di colore bruno rossiccio, in un recipiente scuro. Quando l’ho estratto, pochi minuti dopo, era quasi tutto bianco’ ha detto Mark Auliya, esperto di rettili del Museo Koenig di Bonn e consulente del WWF.
Il serpente, che pare viva solo nelle zone umide e acquitrinose del fiume Kapuas, appartiene al genere Enhydris, che si compone di 22 specie, di cui solo due sono molto diffuse, mentre tutte le altre sono molto rare.
‘La scoperta di questa specie di serpente con capacita’ camaleontiche svela un altro straordinario valore dei segreti della natura piu’ nascosti nel cuore del Borneo’ ha dichiarato il direttore scientifico del WWF Italia Gianfranco Bologna.
‘Purtroppo l’ambiente di questa specie e’ seriamente minacciato - prosegue Bologna -; attualmente sono presenti ancora solo la meta’ delle foreste che una volta ricoprivano il Borneo. Solo a meta’ degli anni Ottanta vi era ancora il 75% della superficie di questa isola eccezionale ricoperta di foreste’.
Il WWF auspica che questo trend si arresti, grazie all’iniziativa dei tre governi del Borneo (Brunei Darussalam, Indonesia e Malesia) di preservare circa 220mila km quadrati di foreste equatoriali e di numerose specie selvatiche.

30 aprile: giornata delle Oasi 2006 - Le scuole per la biodiversità

Friday, 14/4/2006
Si rinnova l’appuntamento con la Giornata delle Oasi che quest’anno ”raddoppia” grazie alla partnership con il Corpo Forestale dello Stato. Oltre 30.000 ettari di natura protetta grazie all’impegno di 40 anni di WWF in Italia. Le scuole sono già al lavoro, con testimonial d’eccezione.  Domenica 30 aprile 140 aree naturali sono aperte a tutti con iniziative speciali, visite guidate e tante sorprese: partecipa anche tu a questa giornata di festa nelle 100 Oasi WWF e nelle 40 Riserve Naturali gestite dal Corpo Forestale e diventa subito protagonista inviando un SMS solidale al costo di 1 euro al 48584.
 
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