Mamme

LE DIECI REGOLE PER UN SANO ALLATTAMENTO AL SENO

Wednesday, 21/10/1998


E’ un nuovo codice promosso dall’Unicef e dall’Oms: gli ospedali che rispetteranno queste norme saranno indicati come “Amici dei bambini”.

1- Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2- Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3- Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e delle modalità dell’allattamento al seno
4- Aiutare le madri perché comincino ad allattare già mezz’ora dopo la nascita
5- Mostrare alle madri come allattare e come continuare a farlo anche nel caso vengano separate dal loro bambino
6- Non somministrare al neonato nessun cibo o bevanda che non sia latte materno
7- Sistemare i neonati nelle stesse stanze delle madri in modo che trascorrano insieme 24 ore su 24
8- Incoraggiare l’allattamento a richiesta, senza orari rigidi
9- Non dare tettarelle artificiali o altri tipi di “ciucci” ai neonati durante i periodi dell’allattamento
10- Creare dei gruppi di sostegno all’allattamento al seno ai quali le madri possono rivolgersi dopo la dimissione dall’ospedale

Giacomino n.2 del 15 ottobre 1998

Dall’America la notizia scioccante: il latte materno uccide Dall’Italia una risposta secca: è una bufala

Wednesday, 21/10/1998

La notizia ha fatto presto il giro del mondo. Alcuni ricercatori americani hanno accusato il latte materno di essere responsabile di numerosi decessi di bambini nati sani e morti per una forma di denutrizione chiamata “insufficienza da latte”.
E’ puro terrorismo psicologico – gridano i pediatri dalle pagine de La Stampa – perché il latte materno è l’alimento più sano che esista e aiuta a crescere meglio. In un’intervista allo stesso quotidiano il dottor Ettore Garzena, ricercatore della cattedra di Neonatologia dell’Università di Torino, spiega: “Il latte umano è l’alimento base del neonato. Può non bastare. Può richiedere un’integrazione nutritiva. Ma se fosse pericoloso, la natura avrebbe provveduto a modificarne la composizione biologica.”
Secondo la dottoressa Marianne Neifert , invece, il latte materno diventerebbe “veleno” quando le mammelle sono irregolari o poco sviluppate, dopo interventi quali biopsie e radiazioni, in assenza di aumento delle mammelle dopo il parto, a causa dello stress o della pressione alta, a causa di emorragie, di problemi ormonali legati a disfunzioni tiroidee, per l’età avanzata della neo-mamma.
Le controindicazioni all’allattamento al seno esistono, ma sono rare, risponde il dottor Garzena. “E’ da evitare, spiega, quando la madre ha gravi malattie infettive in corso come l’HIV, oppure in caso di polmoniti o bronchiti. Ma, per il resto, non c’è alcun motivo di pensare che il latte della madre possa addirittura uccidere”.

 Giacomino n. 3 del 15 novembre 1998

E’ reato pubblicizzare gli alimenti per lattanti

Wednesday, 21/10/1998

In Italia la legge c’è. Ed è molto chiara in tema di alimenti per lattanti: non possono essere pubblicizzati in nessun modo, neanche sotto forma di campioni; non possono essere venduti a domicilio o per corrispondenza; non possono essere oggetto di vendite promozionali, non possono essere comunque offerti campioni gratuiti o altri omaggi che promuovano il latte artificiale alle donne incinte e alle madri ,direttamente o indirettamente attraverso il sistema sanitario o gli operatori sanitari.
Con il Decreto legge n.500 del 6 aprile del 1994, l’Italia ha recepito le direttive CEE sugli alimenti per lattanti e gli alimenti “di proseguimento”. La pubblicità di tali prodotti – specifica l’articolo 7 – può essere fatta solo attraverso pubblicazioni specializzate in puericultura e attraverso pubblicazioni scientifiche. E può fornire solo informazioni a carattere scientifico e concreto che non facciano , in ogni caso, intendere o avvalorare la tesi che l’allattamento artificiale sia superiore all’allattamento al seno.
Nel decreto, inoltre vengono specificate le norme per l’etichettatura degli alimenti per lattanti e di proseguimento. Deve essere specificata la superiorità del latte materno, non ci devono essere informazioni che scoraggiano l’allattamento al seno, non devono esserci immagini di lattanti o altre immagini che idealizzino l’uso del prodotto, deve essere scritto a chiare lettere che il prodotto deve essere usato dietro parere di persone qualificate nel campo della medicina, dell’alimentazione, della maternità, dell’infanzia, e l’etichetta non deve contenere termini come “umanizzato”, “maternizzato” o simili.

Giacomino n.3 del 15 novembre 1998

 
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