Archivio di 9/2007

Baby Bazar: la festa dell’usato

Friday, 28/9/2007

L’usato per i bambini: abiti e giocattoli, accessori per la casa e per la macchina. Quanto costano! Quanto spazio prendono in casa! E quanto poco tempo vengono usati! Così, comprare cose usate e vendere quelle che non si usano più sta diventano, anche nel nostro Paese, una vera e propria moda. In Inghilterra, dove l’attenzione  e gli investimenti per l’infanzia si concentrano più sui progetti educativi e didattici che non sull’abbigliamento firmato o l’accessorio di grido, già da tempo i genitori hanno sviluppato una sorta di riuso e riciclo degli accessori per i bambini. 

A Roma e in altre città, i negozi Baby Bazar organizzano una vera e propria festa per l’usato: Baby Bazar in Festa! Giocolieri, pagliacci, scultori di palloncini oppurtunamente accompagnati da un gran buffet, da tanta musica e da giochi.

A Baby Bazar in Festa! puoi comprare cose usate e vendere quelle che i tuoi bambini non usano più.
Sabato 29 e domenica 30 settembre, orario non stop, dalla mattina alla sera. 
Il programma
  RE DI ROMA - Sabato 29 Settembre . Orario: 9.00-13.00/15.30-19.30.
  BERGAMO COLOGNOLA -  Sabato 29 Settembre. Orario: 9.30-12.30/15.30-19.30.
  SESTO SAN GIOVANNI (MI) -  Domenica 30 Settembre. Orario: 9.30-13.00/16.00-19.30.
  SALO’ (BS) - Sabato 29 e Domenica 30 Settembre. Dalle 9.30 alle 19.30 - orario continuato.
  BASSANO (VI) - Sabato 29 Settembre. Orario: 9.30-12.00/15.30-19.00.

 

Qualcosa si può fare per i bambini che non possono guarire

Thursday, 27/9/2007

Firmato un protocollo di intesa tra il Ministero della Salute e la fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus sulle cure palliative pediatriche

A Roma, mercoledì 26 settembre,  è stato firmato il protocollo di
intesa tra il Ministero della Salute e la Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus per la realizzazione di un
programma nazionale di cure palliative pediatriche.

Un passo di grande importanza che segna una svolta nel
panorama delle cure palliative pediatriche.
In Italia ci sono circa 11 mila casi di malati inguaribili e
terminali in età pediatrica: neonati, bambini,
adolescenti. Ogni anno circa mille di essi muoiono.
Scopo del protocollo è la creazione, in tutte le Regioni
italiane, di una rete di assistenza per i bambini affetti da
malattie inguaribili. Si va dal potenziamento
dell’assistenza domiciliare all’apertura di hospice
pediatrici, dalla formazione professionale per il personale
medico e paramedico alla promozione della ricerca
scientifica, alla creazione di un osservatorio nazionale per
le cure palliative.

Da circa dieci anni la Fondazione Maruzza con il suo Progetto Bambino, si impegna affinché venga
garantito al maggior numero possibile di bambini il diritto
alle cure palliative. Significa prendersi carico totale del
bambino  e della sua famiglia, dall’assistenza medica a
quella psicologica e spirituale.   Un impegno importante. Il
bambino malato - infatti - necessita di un’assistenza
specifica ed altamente specializzata, ma ha diritto ad
essere assistito in casa, nel suo ambiente e tra le persone
care e, qualora ciò non sia possibile, in hospice
dedicati.

La firma del protocollo è un traguardo essenziale per il
lavoro e l’ impegno della Fondazione. E sottolinea ancora
una volta l’imprescindibile sostegno, la partecipazione e
la sensibilità del ministro della Salute Livia Turco  in
questo doloroso capitolo delle famiglie italiane..

Lo Sport e L’Unicef

Thursday, 27/9/2007

Lo sport è un elemento fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, tanto da esser stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale.

Secondo l’art. 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica […]”.
 
Sebbene in tale articolo non venga citato lo sport, la dottrina ha specificato successivamente che le parole riposo, svago, gioco e attività ricreative, benché sembrino apparentemente sinonimi, implicano differenze sostanziali.

Riposo sottintende la necessità di rilassarsi mentalmente e fisicamente, nonché di dormire.

Svago è un termine dal significato più ampio, che fa riferimento al tempo libero ed alla libertà di fare ciò che uno più desidera.

Attività ricreative abbraccia la vasta gamma di azioni svolte per libera scelta, il cui scopo è il piacere e il divertimento: lo sport, le arti creative, i passatempi di carattere scientifico, tecnico, artigianale, agricolo.

Gioco include tutte le attività dei bambini che non sono controllate dagli adulti e che non richiedono il rispetto di regole precise.

Anche in Italia l’UNICEF si impegna a promuovere una vita sana - fondata sulla salute fisica, mentale e psicologica - dei bambini e degli adolescenti, grazie a sport, svago e attività ricreative.

Lo sport fa bene, e non solo al fisico…

L’attività fisica regolare apporta innumerevoli benefici al corpo e alla mente:

irrobustisce il fisico e ne previene le malattie

sviluppa e aiuta a mantenere sano l’apparato osseo

aiuta a controllare il peso corporeo

aiuta a ridurre il grasso e la pressione sanguigna

riduce lo stress, l’ansia, la depressione e la sensazione di solitudine

prepara i bambini all’apprendimento futuro

migliora il rendimento scolastico

aiuta a controllare vari rischi comportamentali, come l’uso di tabacco, droghe o di altre sostanze, le abitudini alimentari scorrette, il ricorso alla violenza

Attraverso lo sport, il divertimento e il gioco i bambini e gli adolescenti imparano alcuni dei valori più importanti della vita.
 
Come dichiarato dal Direttore esecutivo dell’UNICEF Ann Veneman, l’attività fisica promuove non violenza, tolleranza e pace.
 
Lo sport insegna importanti valori quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, modestia, comunicazione, leadership, capacità di affrontare i problemi, ma anche interdipendenza. Tutti principi, questi, alla base dello sviluppo.

Oltre ad avere un ruolo fondamentale nel trasformare i bambini in adulti responsabili e premurosi, lo sport riunisce i giovani, li aiuta ad affrontare le sfide quotidiane e a superare le differenze culturali, linguistiche, religiose, sociali, ideologiche.

Lo sport è un linguaggio universale in grado di colmare i divari e di promuovere i valori fondamentali indispensabili per una pace duratura. 
 
È un mezzo straordinario per allentare la tensione e favorire il dialogo. 
 
Sul campo di gioco le differenze culturali e le priorità politiche scompaiono.
 
I bambini che praticano sport capiscono che si può interagire senza coercizione o sfruttamento.

L’UNICEF Italia ha stretto una serie di partnership con numerose organizzazione del mondo dello sport allo scopo di organizzare congiuntamente iniziative e progetti rivolti ai bambini e agli adolescenti.
 
La maggior parte di queste iniziative, inoltre, consentono ai partecipanti di sostenere le attività che l’UNICEF porta avanti nei 156 paesi in cui è presente attraverso donazioni finalizzate ai progetti.
 
Le principali partnership sportive dell’UNICEF Italia sono quelle con:

  

FGI - Federazione Ginnastica d’Italia. 

  

FIR - Federazione Italiana Rugby. 

  

FIH - Federazione Italiana Hockey . 

  

FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio . 

  

Lega Calcio. 

  

Giochi della Gioventù. 

  

Piacenza Calcio. 

  

Il mondo dello sport per l’UNICEF 

  

Il mondo dello sport ci offre dei campioni da ammirare, ci propone dei modelli a cui ispirarsi per superare le difficoltà della vita e mirare in alto, aspirando con successo al raggiungimento dei propri obiettivi.
 
Queste personalità richiamano l’attenzione del mondo sui bisogni dei bambini - sia quelli del proprio paese, sia quelli stranieri - attraverso il sostegno delle attività dell’UNICEF, con visite sul campo, e con iniziative personali o istituzionali di raccolta di fondi a beneficio dei programmi UNICEF sul campo.
 
A livello nazionale l’UNICEF vanta tra i propri Goodwill Ambassador campioni olimpionici, campioni del mondo, atleti ed altre personalità dello sport del calibro di
Francesco Totti, Paolo Maldini, Gianfranco Zola per il calcio e Deborah Compagnoni per lo sci.
 
Altre importanti celebrità sportive italiane si adoperano con generosità per il bene dei bambini, offrendosi come testimonial di campagne e iniziative dell’UNICEF per promuovere i diritti dell’infanzia e raccogliere fondi.
 
È questo il caso di Vanessa Ferrari - campionessa del mondo 2006 di Ginnastica artistica femminile -, della Nazionale di Ginnastica ritmica femminile (medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e ai Campionati Europei di Mosca 2006), di 
Giorgio Rocca (campione di sci alpino), di Andrea Lo Cicero (pilone della Nazionale italiana di rugby e giocatore dei Barbarians), di Emiliano Moretti (terzino della squadra spagnola di calcio del Valencia), di Andrea De Rossi (capitano della Nazionale italiana di rugby nel Torneo ”Sei Nazioni” edizione 2004 e, dalla stagione 2006-2007, giocatore della squadra di rugby del Prato) e di Fabio Gallo (centrocampista del club calcistico del Torino).

Il Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano agli studenti e agli insegnanti in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico

Wednesday, 26/9/2007
CERIMONIA DI APERTURA DELL’ANNO SCOLASTICO 2007-2008 

quirinale.jpgCom’ è ormai consuetudine, il 24 settembre 2007 si è svolta a Roma, nel Cortile d’onore del Palazzo del Quirinale, la Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico.
Ad ascoltare il messaggio del Presidente della Repubblica ed il saluto del Ministro della Pubblica Istruzione c’ erano più di 2000 persone, tra alte Autorità dello Stato, operatori della scuola e studenti provenienti da tutta Italia.
I giovani partecipanti, segnalati dagli USR, hanno rappresentato le scuole che si sono particolarmente distinte nella realizzazione di progetti di significativo rilievo sui grandi temi della democrazia, dell’uguaglianza, della solidarietà e della legalità.

I progetti e le iniziative realizzate a livello locale sono state presentate nel corso della trasmissione “Tutti a scuola” condotta da Fabrizio Frizzi, che è andata in onda in diretta su Rai Uno dalle 17.00 alle 18.45.
Durante la Cerimonia, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il Ministro Giuseppe Fioroni, dopo aver rivolto un messaggio augurale al mondo della scuola, quale sede privilegiata di crescita umana, civile e culturale delle giovani generazioni e fattore determinante per lo sviluppo del Paese, hanno premiato gli studenti che hanno conseguito un punteggio di cento alle prove degli esami di stato nell’anno scolastico 2006/2007, con l’attribuzione della lode da parte della commissione.
 

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
AGLI STUDENTI E AGLI INSEGNANTI IN OCCASIONE
DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO

Care ragazze e cari ragazzi,a voi tutti, agli insegnanti e a quanti a qualsiasi titolo operano nella scuola, il mio più affettuoso augurio. Benvenuti qui al Quirinale, buon inizio di anno scolastico. E un augurio speciale ai più piccoli che per la prima volta sono entrati in una materna, in un asilo, in una scuola elementare.
Mi sento vicino non solo a voi studenti ma anche alle vostre famiglie, cui spetta il difficile compito di accompagnarvi nella crescita e nell’educazione, di indirizzarvi, di seguire da vicino il vostro impegno scolastico.

Di un caldo augurio la scuola italiana ha davvero bisogno : non può di certo riposare sugli allori.

Proprio in questi giorni, è stato presentato dai ministri dell’Economia e della Pubblica Istruzione il “Quaderno bianco sulla scuola“, uno studio di grande ampiezza e completezza che ci dice come l’Italia sia rimasta indietro per quantità e qualità dell’istruzione rispetto ai paesi più avanzati in Europa e nel mondo. [Molto più alta è da noi la percentuale dei giovani che abbandonano gli studi senza concluderli, senza conseguire un diploma di scuola secondaria superiore ; e più alta è anche la percentuale degli studenti che non raggiungono il livello richiesto per quel che riguarda la capacità di svolgere i compiti “necessari per vivere nella società” : innanzitutto nella matematica e nella padronanza del linguaggio.] E va aggiunto che la media nazionale, già insoddisfacente, nasconde gravissime differenze, profondi divari tra il Nord, dove la macchina dell’istruzione è molto più efficiente, il Centro e il Sud. Si registrano differenze nei risultati fra scuole e fra studenti, a danno dei giovani la cui condizione economica e sociale è meno favorevole.Tutto questo incide molto - bisogna esserne coscienti - sulle possibilità per ciascun giovane, quando diventa adulto, di godere dei diritti di cittadinanza, di esprimere le proprie potenzialità, di avanzare nella scala sociale, di rendere di più per sé e per la società.

E’ dunque essenziale che si lavori intensamente per elevare, e in tempi brevi, quantità e qualità dell’istruzione in Italia. E possiamo farcela, sono convinto che questa sia la vostra speranza, la vostra fiducia.

Il ministro Fioroni ha indicato le novità di quest’anno, le decisioni prese di recente dal governo, e ci ha spiegato come non abbia voluto stravolgere quel che era stato deciso in precedenza. In effetti, la scuola esige scelte di lungo periodo, tenacia e continuità nel perseguire gli obbiettivi fondamentali : non si può ricominciare tutto da capo ogni volta che cambia il governo.

Bisogna investire risorse, energie e capacità nell’istruzione. Bisogna premiare chi studia bene. Mi fa piacere accogliere oggi una rappresentanza dei ragazzi che hanno ottenuto il massimo dei voti, 100 e lode, alla maturità. E mi fa piacere rendere omaggio a chi insegna bene : con dedizione e con impegno culturale, anche a fronte di scarsi compensi.

E’ cruciale che la scuola riesca ad essere sempre più attraente come produttrice di apprendimento utile, a mostrarsi capace di fornire competenze che aiutino a crescere intellettualmente e a qualificarsi sotto il profilo lavorativo. La scuola deve sempre di più riuscirvi in tutte le regioni d’Italia così da aiutare le ragazze e i ragazzi che vengono dalle famiglie e dalle aree più svantaggiate : aiutarli a superare gli ostacoli che si oppongono alla piena realizzazione dei loro talenti e delle loro aspirazioni. Questa è la concezione del principio di uguaglianza affermata nella nostra Costituzione. Ed è fondamentale che la scuola venga percepita da tutti come il principale motore di uguaglianza.

Produrre competenze e ridurre disuguaglianze sono i compiti primari dell’istruzione pubblica, ed è bene che questi compiti siano svolti con estrema cura. Se si persegue questo obbiettivo, non si può trascurare la formazione scientifica, tecnica, linguistica. Un “bravo” quindi ai vincitori delle olimpiadi di matematica e dei Certamen di fisica e altre materie.

Ma la scuola non forma solo lavoratori, forma anche persone. Ed è un vanto della scuola italiana avere studenti che sanno di storia, di letteratura e di arte. Guardo quindi con favore anche alla decisione di cominciare a introdurre nelle scuole l’educazione e la pratica musicale. Il modo di stare al mondo di questi giovani sarà più ricco ed aperto.

E’ ancora più importante che la scuola formi cittadini. Perciò in occasione dell’apertura dell’anno scolastico abbiamo voluto conferire due medaglie d’oro al Merito civile e al Valore civile ad un’insegnante e ad uno studente che si sono distinti per la loro abnegazione. E’ cruciale che la scuola sappia promuovere la condivisione di valori fondamentali, che addestri al dialogo civile e religioso, che insegni a non discriminare e che trasmetta il rispetto della legalità. Oggi che il nostro paese accoglie con l’immigrazione nuove culture, talora portatrici di valori diversi, c’è bisogno di un bagaglio minimo di valori condivisi, che la scuola può contribuire a costruire. Sia dunque benvenuto l’impegno di diffondere nelle scuole la “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” promossa dal Ministro Amato. E si dia merito, oggi qui, ai vincitori del concorso “La Costituzione vista dai giovani”.

Nelle scuole che accolgono, sempre di più, grandi numeri di studenti stranieri, occorre mettere in campo misure tali da facilitarne l’avvicinamento alla nostra lingua e al nostro sistema d’istruzione. Per la scuola questa è una difficile sfida. Dobbiamo aiutarla a trasformare questa sfida in uno stimolo a crescere. Sia di esempio la scuola multiculturale di Roma qui presente.

L’anno scolastico 2006-2007 ha registrato purtroppo - e ce lo ha già ricordato il Ministro Fioroni - non solo impegno e buone pratiche. Sotto il profilo della disciplina e del decoro, è stato un anno difficile : per i troppi fenomeni di bullismo e di stupida volgarità, di violenza e prevaricazione nei confronti dei più deboli. Sono comportamenti in profondo contrasto con una cultura democratica. Dobbiamo in fretta voltare pagina, contando non solo sulle opportune misure disciplinari recentemente introdotte, ma anche sulle energie e sull’impegno degli studenti, degli insegnanti e dei genitori per contrastare un simile degrado morale.

Non è retorico concludere ricordando che nella scuola è responsabilità comune lavorare seriamente, rispettare se stessi, la propria dignità e quella degli altri, praticare obbedienza alle leggi dello Stato, mostrare senso del decoro e del limite. Ma non può forse aiutare tutti, in questo sforzo da compiere nella nostra scuola, l’esempio che dovrebbe venire dai vertici della politica e delle istituzioni? Ebbene, è a ciò che tende, care ragazze e cari ragazzi, cari insegnanti e operatori della scuola, qualche appello scomodo del Presidente della Repubblica.

Intervento del ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni

Signor Presidente,prima di tutto grazie per averci dato l’opportunità anche quest’anno di aprire insieme a Lei, e in questa casa, l’anno scolastico. Grazie poi agli insegnanti e a tutto il personale della scuola: tra mille difficoltà ogni giorno garantiscono il diritto ad educare istruendo i nostri figli. Grazie alle famiglie, senza le quali nessuna azione educativa è destinata al successo.

E a voi, studentesse e studenti, un bentornati a scuola. La troverete con alcuni cambiamenti, forse un po’ più difficile, seria. Certamente più esigente sia sul piano del comportamento che su quello dello studio. Ma, credetemi, questa è l’unica strada per aiutarvi a mettere radici profonde oggi per poter aprire le ali e volare domani, nella costruzione del vostro futuro.

Non ho voluto fare grandi riforme che stravolgessero ancora una volta le vostre giornate e il nostro sistema di istruzione: ho voluto riconsegnare la scuola al buon senso e alla saggezza di tutti, in primo luogo degli insegnanti, impegnandomi a sostenerli concretamente, fornendo loro quelle certezze che permettono di lavorare con serenità e che certo non vanno d’accordo con la parola “precarietà�?.

Si apre un anno-cantiere per tutti quelli che amano e lavorano nella scuola. Un cantiere che con le nuove Indicazioni per il curricolo di infanzia e primo ciclo avvia i lavori, come nella costruzione di una casa, dalle fondamenta. Sottolineare che i nostri studenti devono imparare bene l’italiano, la matematica, la storia e la geografia non significa affatto negare l’importanza di materie come l’inglese o l’informatica.
Inoltre abbiamo voluto destinare risorse all’apertura delle scuole il pomeriggio anche per far sviluppare laboratori musicali, scientifici e per approfondire lo studio di Dante.
Tutto questo significa semplicemente stabilire una priorità, concentrando gli sforzi perché queste basi di cultura e conoscenza siano acquisite prima che sia troppo tardi, perché la scuola sappia far rintracciare a ogni studente il senso di quello che fa e di quello che è.

La scuola italiana vuole dare pari opportunità a tutti: questo non significa livellare verso il basso ma anzi stimolare ciascuno a dare il meglio. E’ in questa direzione che va vinta la sfida dell’integrazione dei figli dell’immigrazione. Non servono proclami: serve quel lavoro quotidiano nelle aule che può vincere le diffidenze e le differenze. Un lavoro che aiuti ad acquisire prima di tutto la padronanza della lingua italiana e quegli strumenti culturali e professionali con i quali costruire il proprio futuro dentro il nostro Paese. Perché, come scriveva Don Milani, “io sono sicuro che la differenza fra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola�?.

Il cemento di questa casa in costruzione si chiama serietà: a questo principio si ispira la riforma dell’esame di Stato, con il ripristino del giudizio di ammissione e di metà dei commissari esterni e con l’obbligo di saldare i debiti contratti negli anni precedenti. Apprezzare il lavoro che fate, care ragazze e ragazzi, significa valorizzare il merito e garantire a tutti la possibilità di potersi rimettere in pari. Per questo ho voluto anche predisporre norme e risorse perché le scuole assicurino lo svolgimento dei corsi di recupero e perché la carriera scolastica abbia un valore per l’ammissione all’Università e per premiare le eccellenze anche con incentivi economici.

Vogliamo che voi ragazzi disponiate dei mezzi per costruire la vostra vita e che possiate essere strumento di innovazione ma anche custodi dei valori su cui si fonda la nostra Costituzione, primo fra tutti il rispetto della legalità che è prioritariamente rispetto della dignità della persona.

Le modifiche apportate al regolamento delle Studentesse e degli Studenti, con l’inasprimento di alcune sanzioni disciplinari, hanno questo scopo: ricordare a tutti che, a scuola come in ogni luogo, non è accettabile e non è tollerabile nessuna forma di violenza, nessun atto che leda la dignità della persona.

E’ inaccettabile giustificare una situazione nella quale le vittime di aggressioni e violenze dovevano cambiare istituto mentre gli aggressori restavano pressoché indisturbati. Proprio perché la scuola è il luogo dell’educazione non è consentito a nessuno immaginare di farne una sorta di porto franco dell’assunzione di responsabilità. Una scuola più seria e rigorosa garantisce tutti: dovreste essere voi i primi a pretenderla e a reclamarla.

Educare alla responsabilità, dunque. Ho letto in questi giorni, a proposito della vicenda dei test universitari, la dichiarazione di uno studente coinvolto nell’inchiesta che concludeva dicendo: “si, forse ho imbrogliato anch’io ma così fanno tutti, bisogna farsi furbi�?. Se sostituiamo la furbizia alle capacità e le scorciatoie all’impegno, se di fronte a un ostacolo pensiamo solo al modo di aggirarlo e mai di superarlo non ne esce sconfitta solo la legalità: ne usciamo sconfitti tutti.

La nostra è anche una scuola dell’accoglienza. Sono pochi i Paesi in cui si attua come da noi una politica seria per l’integrazione dei diversamente abili. Occorre però che la scuola non sia lasciata sola in questo compito caricando tutte le responsabilità sull’insegnante di sostegno. E’ necessario un patto tra le diverse istituzioni, la scuola, la famiglia, per creare condizioni che diano a tutti pari opportunità.

La scuola italiana per essere veramente di tutti deve essere di qualità, una scuola per voi, per aiutarvi a conoscere, a sapere, a crescere come donne e uomini, come cittadini consapevoli delle proprie potenzialità. Una scuola così è l’unico investimento certo per il futuro: il mondo, che si è sempre diviso tra chi ha e chi non ha, si dividerà sempre di più tra chi sa e chi non sa.

È questo il motivo per cui abbiamo introdotto il nuovo obbligo di istruzione a 16 anni: l’obiettivo non è far fare a tutti lo stesso percorso ma far sì che tutti acquisiscano quei saperi e quelle competenze essenziali per conseguire un diploma o una qualifica professionale. Per questo abbiamo ripristinato gli istituti tecnici e professionali, abbiamo valorizzato quei percorsi di formazione che possano incrociare le diverse attitudini dei ragazzi aiutando ciascuno a trovare la propria strada. Il problema non è stare tante ore a scuola: bisogna starci diversamente, desiderando imparare. Nessuno può farlo al vostro posto.

Conto su di voi e come Ministro non farò mancare il mio impegno perché la scuola diventi sempre più capace di accogliere e accompagnare ognuno nel percorso di formazione che sta compiendo.

Nonostante le difficoltà che ogni giorno abbiamo davanti io mi ostino a credere, anzi ne sono sicuro, che ce la faremo. Ce la faremo perché lo vogliamo e perché non possiamo rinunciare a essere donne e uomini liberi e forti.

Buon anno scolastico a tutti

Rai Gulp: il nuovo canale digitale per i bambini

Wednesday, 19/9/2007

E’ partito in via sperimentale il 1 giugno Rai Gulp, un nuovo canale Rai per la piattaforma digitale terrestre dedicato ai bambini fino ai 12 anni.

Il canale e’ pensato per i bambini e per i preadolescenti, ma con un occhio anche ai loro genitori i quali, per la maggior parte già cresciuti come una generazione multimediale, troveranno nelle sollecitazioni della tv dei loro figli uno spunto per restare accanto a loro durante la programmazione, divertendosi  e discutendo insieme. 

 L’esperienza di 50 anni di “TV dei ragazzi�? applicata al digitale terrestre ha dato vita ad un progetto innovativo realizzato da Rai Sat dove la community e’ il vero fulcro di tutta la programmazione.

Rai Gulp e` un canale interattivo, al passo con i tempi e le aspirazioni del pubblico di riferimento ma anche sicuro, affidabile e in grado di coinvolgere tutta la famiglia. Il laboratorio crossmediale della tween generation diventa il trampolino di lancio per un mondo che parte dalla tv e si muove su tutte le altre piattaforme multimediali, da internet ai telefonini, in modo che ogni frammento del mondo del bambino rappresenti un segno della sua appartenenza ad una comunita’.

Gulp e` l’esclamazione piu` famosa del fumetto internazionale che significa sorpresa e stupore. Un termine accattivante per i bambini perche` appartiene ad un linguaggio che conoscono e per i genitori perche` e` stato il titolo di uno dei programmi storici della TV dei ragazzi.

 Dal 1 luglio il palinsesto del Canale copre la programmazione fino alle 23.

Nel palinsesto trovano spazio cartoni animati di produzione italiana ed europea, fiction e programmi dedicati al mondo crossmediale (web, community, videogiochi). Inoltre ci sara` una vetrina molto importante per i cartoon made in Italy garantiti dalla Rai.

Ogni giorno, sia per la fascia bambini (7-13) che per quella ragazzi (13-23), il nuovo canale Gulp proporra` Rai Cartoon, uno spazio di mezz’ora dedicato ai cartoni animati prodotti o co-prodotti da Rai Fiction.

Per Gulp lo spazio online, attualmente in fase di preparazione, non e’ solo un supporto al canale ma una piattaforma creativa complementare e alternativa nello stesso tempo. Il canale viaggerà sul web con il suo sito ufficiale ma anche con un progetto flat parallelo, vicino ai piu’ diffusi virtual world 3D. Il tutto sempre con la massima attenzione alla sicurezza dei piccoli naviganti.

Scuolabus a piedi

Wednesday, 19/9/2007

scuolabusapiedi.gifA scuola a piedi: 2500 iscritti al servizio del Comune di Roma “Scuolabus a piedi�? che entro la fine dell’anno coprirà tutti i municipi della Capitale. 

L’iniziativa del Comune di Roma sta riscuotendo un grande successo! Un servizio gratuito che copre le esigenze sia dei genitori sia dei bambini dai 6 ai 10 anni. Luisa Garusi, responsabile del servizio presso il Comune di Roma, è più che soddisfatta per l’ottima riuscita della “Scuolabus a piedi�? e ci ha anticipato che entro la fine del 2007 il servizio sarà esteso a tutti i municipi.

Di cosa si tratta? Semplice, di accompagnare o riprendere i bambini a scuola portandoli a destinazione A PIEDI. Per alleggerire il traffico, lo smog, il rumore. Per dare ai bambini un’opportunità di fare movimento e divertirsi a scoprire il territorio e socializzare. Per aiutare quei genitori che, per diversi motivi, hanno bisogno che qualcuno accompagni o riprenda i bambini da scuola

Il servizio, affidato tramite bando ad una associazione, organizza percorsi, segnalati da appositi cartelli stradali che, come le tabelle degli autobus, indicano i punti di raccolta. Operatrici selezionate accolgono i bambini nel gruppo e li accompagnano a scuola. Lo “Scuolabus a piedi” può essere organizzato con la massima flessibilità di orario, e percorso, per venire incontro alle esigenze dei bambini e dei loro genitori, si legge sul sito del Comune di Roma.

Il percorso può snordarsi anche per 2 - 2,5 km, distanza che può essere comodamente coperta a piedi in circa 30-40 minuti.
Possono essere organizzate diverse “linee” di “Scuolabus a piedi”, per coprire percorsi diversi entro la zona di pertinenza della scuola.
Ogni “conducente” ha una lista dei bambini “abbonati” allo “Scuolabus a piedi”, e ne registra le presenze e le assenze. Normalmente i bambini sono accompagnati alla fermata da adulti/genitori e vengono ripresi all’orario stabilito.

Per accedere al servizio è molto semplice. I genitori – spiega la Garusi – fanno richiesta  al Dirigente scolastico il quale inoltrerà la domanda al municipio di competenza. Il servizio è riservato ai bambini della scuola elementare (6-10 anni). Unica eccezione – sottolinea Luisa Garusi – può essere fatta per i fratellini o le sorelline dei partecipanti: i più piccoli, però, non possono avere meno di 5 anni 

270 operatori lavorano con l’Associazione che ha in gestione il servizio e, con un apposito bando, il Comune ha reclutato anche 48 Volontari del Servizio civile per coprire le numerose richieste degli utenti.

Chiunque sia interessato alla realizzazione del progetto “Scuolabus a piedi” può chiedere ulteriori informazioni telefonando al Dipartimento XVI - III U.O. - ai numeri 06/67102155 oppure 06/67104073.

Ocse: nella nostra scuola ci sono troppi insegnanti e mal pagati

Wednesday, 19/9/2007

L’Ocse boccia il nostro Paese: nella scuola italiana si sprecano troppi soldi e i rendimenti sono sotto la media europea.

Ci sono troppi insegnanti nella scuola primaria (uno ogni 10,6 alunni, contro la media europea di 16,7) e sono mal pagati. Gli studenti  passano molte ore tra i banchi, ma con scarsi rendimenti se rapportati alla media europea. L’ultimo rapporto dell’Ocse sull’istruzione, ‘Education at glance 2007′, punta il dito contro l’organizzazione della scuola italiana dalle elementari alle superiori e sulla distribuzione delle risorse.
  L’Italia vanta una spesa pubblica per la scuola molto più alta della media Ocse per i gradi d’istruzione più bassi, fino alle superiori. “La scelta di spendere la maggio parte delle risorse su un vasto numero di insegnanti, poco pagati, e su lunghe ore di insegnamento non e’ ovvia”, si legge nel rapporto.
  Se all’università il Paese destina meno dell’1% del Pil, collocandosi sotto la media Ocse, per uno studente delle elementari lo Stato spende 5.330 euro l’anno (7.390 dollari), contro i 4.206 euro (5.832 dollari) di media degli altri Paesi.
  La maggior parte di queste risorse servono per pagare gli stipendi degli insegnanti, che hanno una media di 10.6 studenti per classe alle elementari, il livello più basso insieme all’Ungheria.
  In Italia si passa molto più tempo tra i banchi di scuola, circa 8 ore per i ragazzi tra i 7 e i 14 anni d’età.
  Tuttavia, i salari degli insegnati rimangono tra i più bassi e crescono molto lentamente: servono 35 anni di esperienza per raggiungere il massimo salariale a un insegnante italiano, rispetto ai 24 anni della media Ocse.
  Le performance degli studenti non raggiungono livelli soddisfacenti nelle materie fondamentali.
  Nonostante quasi la metà delle lezioni per i ragazzi dai 12 ai 14 anni sia dedicato alle aree di lettura, matematica e scienze, il rendimento degli studenti e’ largamente inferiore a quello dei coetanei europei

Il nuovo Teatro San Carlino a Villa Borghese

Thursday, 13/9/2007

I vincoli che tutelano Villa Borghese rischiavano di impedire la realizzazione del progetto, ma la forza dell’elemento culturale e la ferrea volontà del sindaco Veltroni hanno abbattuto le barriere: così il Teatro San Carlino a Villa Borghese ha potuto avere una nuova e più stabile struttura.

villaborgheselogo.jpgIl cuore - nuovo simbolo del complesso di Villa Borghese - e la cultura hanno vinto.

Ma è solo l’inizio. L’assessore per la Famiglia e l’Infanzia, Lia Di Renzo, parla già di estendere il progetto ad altri quartieri di Roma “Rappresento i bambini – ha detto – e mi faccio portavoce delle loro esigenze: un unico spazio teatrale per tutte le bambine e i bambini di Roma non può certo bastare!�?. sancarlino2.jpgDopo 10 mesi di chiusura la nuova struttura progettata dall’architetto Mauro Marra è pronta ad accogliere i bambini con spettacoli giornalieri di grande qualità. Il cartellone, infatti, prevede eventi con burattinai, marionettisti e ombristi provenienti da tutta Italia e dall’estero. L’edificio ( 170 mq e 112 posti) si rifà ai padiglioni di legno di fine ‘800 inizio ‘900. E’ stato realizzato in legno lamellare  tedesco certificato e si integra perfettamente nell’ambiente della villa. I colori ad acqua dell’esterno ricercano le tinte della natura circostante e l’ambiente interno risulta accogliente e ben studiato per i più piccoli. I lucernai apribili (che conferiscono leggerezza e movimento alla struttura) sono stati progettati per mantenere il locale fresco anche nelle calde giornate romane.

Il Teatro dei Burattini San Carlino è composto da una famiglia unita da un forte amore per l’arte che lavora da più di 20 anni con i burattini, portandoli in scena nelle scuole, nei festival e in diverse iniziative culturali.sancarlinoMangiafuoco.jpg Pulcinella, Arlecchino, Colombina e gli altri personaggi della Commedia dell’Arte sono ospiti fissi.

La Stagione del San Carlino apre il 15 settembre con il Festival “Bimb’in burattin al Parco Scenico�? all’interno del quale lo spettacolo “Il Drago di Cracovia�?, commissionato dall’Istituto Polacco di Roma, che mette in scena una fiaba tradizionale polacca con musiche dal vivo.

I Simpson - Il Film - Dal 14 settembre al cinema

Thursday, 13/9/2007

18 anni per portare i Simpson sul grande schermo. Perché? “Volevamo raccontare una storia dei Simpson sull’enorme sfondo di una schermo cinematografico e ascoltare un cinema pieno di gente che ride insieme�? dice Matt Groening, uno dei produttori del Film e produttore esecutivo della serie“. La gente ride. Eccome! I giornalisti - alla presentazione del Film – si sono sganasciati dalle risate. E battevano le mani per le trovate geniali che rendono accattivanti i messaggi più difficili, perché il Film riesce a liberare le “vergogne�? più inconfessabili, perché il tono e il ritmo incalzano senza stressare. Punto di forza per la versione italiana è certamente il doppiaggio diretto da Tonino Accolla. La grande professiosimpson2.GIFnalità emerge con gusto e ironia in questo film per il quale  11 sceneggiatori hanno cominciato a lavorare nel 2003 con instancabile creatività e determinazione, scrivendo e riscrivendo, perfezionando e modificando la scenggiatura“Se non avessimo avuto una data d’uscita, ci staremmo ancora lavorando�? commenta lo sceneggiatore Matt Selman.Non vi racconterò la trama del Film. Andate a vederlo. Andate ad osservaresimpson1.GIF la famiglia dentro la quale ognuno può trovare qualcosa in cui riconoscersi, un amico o un vicino di casa che somiglia tanto a quello dei Simpson. Liberate la paura di restare inascoltati come succede a Lisa quando parla delle tematiche ambientali. Liberatevi dal senso di colpa di sentirvi mogli devote e comprensive come Marge con il suo Homer che nella sua genetica stupidità riesce a salvare la città di Springfield. Innamoratevi del suo Spider Pork e uscite dal cinema canticchiando il motivetto.

The Simpsons TM and © 2007 Twentieth Century Fox Film Corporation.  All Rights Reserved.  simpson3.GIF

Produzione: 20TH CENTURY FOX, FILM ROMAN PRODUCTIONS, GRACIE FILMS  Regia: David Silverman

Sceneggiatura: Al Jean , Ian Maxtone-Graham , Mike Reiss , Mike Scully , Matt Selman , John Swartzwelder , Jon Vitti , George Meyer , David Mirkin , Matt Groening , James L. Brooks

Soggetto: James L. Brooks , Sam Simon , Matt Groening   

Musiche: Hans Zimmer

I Simpson - Il Film   Dal 14 settembre al cinema 

 

 

Obbligo d’istruzione fino a 16 anni: il nuovo Regolamento sull’obbligo scolastico

Friday, 7/9/2007

In Italia il 20.6% dei ragazzi esce dalla scuola senza diploma né qualifica professionale, e 19.000 “scompaiono�? dopo essersi iscritti al primo anno delle superiore.
“Sono tassi di “dispersione fisica e mentale�? non più tollerabili - dice il ministro della Pubblica Istruzione - l’ascensore sociale è fermo al garage, al piano -1: il sistema formativo italiano deve saper intercettare questa fuga fisica e mentale se vuol far tornare quell’ascensore a salire�?

Un dato, quello dell’abbandono scolastico, superiore alla media europea e ancora lontano dall’obiettivo del 10% fissato a Lisbona 2000. Gli anni più a rischio sono il primo e il secondo della scuola secondaria di secondo grado (con una media di 18.2% di bocciati al primo anno e di 13.1% al secondo anno), con punte del 30% nelle prime classi degli istituti professionali
Con l’intento di combattere questo fenomeno e convincere i ragazzi a proseguire gli studi fino al diploma,Giuseppe Fioroni, ha presentato, oggi,  il Regolamento sull’obbligo scolastico che porta l’obbligo di istruzione a 16 anni “Non si tratta di un livellamento verso il basso - ha spiegato il Ministro della Publbica Istruzione - non significa che gli studenti possano smettere di studiare a 16 anni. E’ uno strumento in più per consentire agli studenti di acquisire un bagaglio di sapere indispensabile”.

 

Il Regolamento prevede il raggiungimento di una serie di competenze e di saperi divisi in quattro assi (matematico, dei linguaggi, scientifico-tecnologico e storico-sociale) e ispirati alle “competenze chiave di cittadinanza” indicate dalla Commissione Ue, indipendentemente dalla scuola che frequentano.

Non si tratta tuttavia di una riforma che stravolge la scuola: gli ordinamenti scolastici non verranno modificati, non ci sarà l’adozione di un biennio uguale per tutte le scuole superiori, e gli istituti avvieranno l’insegnamento delle nuove competenze in maniera sperimentale per i primi anni.
“L’equità si garantisce ampliando l’offerta formativa in modo reale per incrociare gli stili cognitivi dei ragazzi e non facendo proliferare ulteriormente gli indirizzi. Non basta “stare�? o “andare�? a scuola: è cruciale quello che i ragazzi imparano”, dice il Ministro Fiornoni: Con l’obbligo di istruzione, l’Italia punta all’Europa facendo proprie le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate dall’Ue il 18 dicembre 2006.Il regolamento sul nuovo obbligo di istruzione 22 agosto 2007 (G.U. n. 202 del 31 agosto 2007) contiene le indicazioni nazionali sulle competenze e i saperi che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano.

A che serve il nuovo Regolamento sull’obbligo scolastico?

L’obbligo di istruzione è uno strumento in più per un maggiore impegno ad educare (e non solo ad istruire) i giovani. E’ rappresentato dalle competenze e dai saperi indispensabili - pochi e essenziali - contenuti nel decreto.

Le otto competenze chiave di cittadinanza che tutti gli studenti devono acquisire a 16 anni sono necessarie per la costruzione e il pieno sviluppo della loro persona, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale. La scarsa attenzione a queste competenze è una delle principali cause del disorientamento e del disagio giovanile.

Ecco quello che tutti devono sapere acquisire e sapere oggi per entrare da protagonisti nella vita domani

Le 8 competenze chiave di cittadinanza

1. Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro. (Oggi molti di loro si disperdono perché non riescono ad acquisirlo).2. Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti e verificarne i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza la consapevolezza della realtà e delle loro potenzialità).3. Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi linguaggi. (Oggi i giovani hanno molte difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi semplici in lingua italiana).

4. Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (Oggi i giovani assumono troppo spesso atteggiamenti conflittuali e individualistici, perché non riconoscono il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri).

5. Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale. (Oggi spesso i giovani agiscono in gruppo per non rispettare le regole e per non assumersi responsabilità).

6. Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. (Oggi i giovani tendono, spesso, ad accantonare e a rinviare i problemi per la situazione di malessere esistenziale che vivono nell’incertezza del futuro).

7. Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve possedere strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo. (Oggi molti giovani non possiedono questi strumenti).

8. Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. (Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per valutarli).

Quattro assi culturaliI giovani possono acquisire le competenze chiave di cittadinanza attraverso le conoscenze e le abilità riferite a competenze di base che sono ricondotte a questi quattro assi culturali:

asse dei linguaggi: prevede come primo obiettivo la padronanza della lingua italiana, come capacità di gestire la comunicazione orale, di leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo e di produrre lavori scritti con molteplici finalità. Riguarda inoltre la conoscenza di almeno una lingua straniera; la capacità di fruire del patrimonio artistico e letterario; l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.

Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione
Padronanza della lingua italiana:

Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;

Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo;

Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi

Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativiUtilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico
e letterario
Utilizzare e produrre testi multimediali

asse matematico: riguarda la capacità di utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, di confrontare e analizzare figure geometriche, di individuare e risolvere problemi e di analizzare dati e interpretarli, sviluppando deduzioni e ragionamenti.
 

Competenze di base a conclusione dell’obbligo dell’istruzione
Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni.Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi

Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico
asse scientifico-tecnologico: riguarda metodi, concetti e atteggiamenti indispensabili per porsi domande, osservare e comprendere il mondo naturale e quello delle attività umane e contribuire al loro sviluppo nel rispetto dell’ambiente e della persona. In questo campo assumono particolare rilievo l’apprendimento incentrato sull’esperienza e l’attività di laboratorio.

Competenze di base a conclusione dell’ obbligo di istruzione
Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessitàAnalizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienzaEssere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate

asse storico-sociale: riguarda la capacità di percepire gli eventi storici a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, cogliendone le connessioni con i fenomeni sociali ed economici; l’esercizio della partecipazione responsabile alla vita sociale nel rispetto dei valori dell’inclusione e dell’integrazione.

Competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione
Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali.Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambienteRiconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio.
Cosa cambia nella scuola?

Il regolamento sull’obbligo di istruzione non cambia gli attuali ordinamenti scolastici, ma impegna le scuole, soprattutto i docenti, a utilizzare metodologie e modelli innovativi nell’organizzazione della didattica. Questo valorizza la loro libertà di insegnamento e professionalità. Insieme a questo richiede loro una maggiore collegialità perché i giovani raggiungano effettivamente i risultati di apprendimento attesi.

Le competenze e i saperi relativi ai quattro assi culturali hanno carattere sperimentale nella prima fase di attuazione dell’obbligo di istruzione, in questo e nel prossimo anno scolastico, in quanto è necessario validarli sul campo attraverso l’esperienza dei docenti prima di metterli a regime. La costruzione di una buona scuola capace di educare dipende soprattutto dal lavoro degli insegnanti e non da proposte “calate dall’alto�?.

In questa prima fase proseguiranno i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale nel quadro dell’accordo con le Regioni e gli enti locali del 19/06/03, che sono frequentati da poco meno di 100.000 giovani. Si conta di potenziare i progetti e i percorsi per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, da realizzare presso strutture formative di qualità nell’ambito di accordi con le singole Regioni.

Come si attuerà il piano

Un apposito piano di intervento accompagnerà, a partire dalle prossime settimane, la realizzazione dell’obbligo d’istruzione. Esso riguarda l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie, la formazione dei docenti e misure di sostegno alle scuole secondarie superiori, il monitoraggio e la valutazione dei risultati progressivamente conseguiti, anche per la diffusione delle pratiche migliori.
L’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione ed anche l’ISFOL collaboreranno all’attuazione del piano, che costituisce una priorità nell’utilizzo delle risorse finanziarie già disponibili sul bilancio del ministero della pubblica istruzione in diversi capitoli di spesa, affinché questa innovazione sia effettivamente praticata nella scuola e non rimanga una mera esercitazione formale “sancita sulla Gazzetta Ufficiale�?.

 
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