Archivio di 7/2007

Bullismo: che fare?

Tuesday, 17/7/2007

BULLISMO: CHE FARE?

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Presentazione

Gravi episodi di violenza ma anche umiliazioni e soprusi. Aggressioni fisiche e verbali tra giovani nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di ritrovo.

Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni.

Ci sono una serie di comportamenti che se ripetuti frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi.
Eccoli:

  • ricevi insulti o minacce;
  • ti spingono, ti danno calci e pugni, ti fanno cadere;
  • ti danno dei soprannomi antipatici e ti prendono in giro;
  • diffondono voci maligne su di te;
  • ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione;
  • fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando;
  • parlano in codice se sei presente;
  • ricevi sms, e-mail e telefonate offensive;
  • ti ignorano e ti voltano le spalle se ti avvicini;
  • ti costringono a fare cose che non vuoi;
  • ti rubano o nascondono i libri, la merenda, la paghetta o le altre tue cose.

Per combattere il fenomeno e sensibilizzare le giovani generazioni molte Questure della Polizia di Stato hanno dato vita ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, roportati qui nel dossier.

 

Come difendersi

Prima di tutto bisogna non sottovalutare il problema:  

  • perché non si tratta solo di “ragazzate”;
  • perché spesso, dietro il bullismo, si celano vere e proprie azioni criminali (furti, estorsioni, vandalismi, rapine, violenze sessuali);
  • perché il bullismo danneggia non solo chi lo subisce ma anche la famiglia, gli insegnanti e gli altri ragazzi che ne sono testimoni;
  • perché è molto probabile che i bulli crescano compiendo prepotenze;
  • perché subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intellettiva e sociale della vittima.

Un decalogo da seguire

Cose da non fare:

  • offendere gli altri, soprattutto i più deboli;
  • nascondere ai genitori che qualcuno ti fa del male;
  • dire bugie;
  • trattare male un compagno che ti sta antipatico;
  • approfittarsi dei compagni più deboli.

Cose da fare:

  • raccontare sempre tutto ai genitori;
  • raccontare i comportamenti prepotenti, se ne sei vittima, se ne sei testimone o se ne vieni a conoscenza;
  • difendere, se possibile, i compagni vittime di prepotenze;
  • trattare tutti i compagni allo stesso modo;
  • cercare l’aiuto degli insegnanti, del personale non docente, di altri compagni se qualcuno ti minaccia.

Per un aiuto immediato rivolgersi a:

113 Polizia di Stato

114 Emergenza Infanzia

112 Carabinieri

19696 Telefono Azzurro (linea gratuita fino ai 14 anni)

199.15.15.15 Telefono Azzurro (linea istituzionale dai 14 anni in su e per gli adulti)

Consigli

Per i ragazzi

  • Difficile per il bullo prendersela con te se racconterai ad un amico ciò che ti sta succedendo.
  • Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi, rispondi  ”NO” con voce decisa.
  • Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricorda che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo.
  • Il bullo si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca, cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione il bullo si annoierà e ti lascerà stare.
  • Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo.
  • Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto.
  • Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare.
  • Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi.
  • Per non incontrare il bullo puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone.
  • Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose.
  • Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo!
  • Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse!
  • Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere aiuto anche a lui.

Per i genitori

I giovani vittime di questi comportamenti difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno paura. Ma i bambini devono imparare che il bullismo è un comportamento sbagliato e che non fa parte del naturale processo di crescita. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna:

  • Aumentare la loro autostima.
  • Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità.
  • Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi.

E’ inoltre importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a:

  • Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità.
  • Comunicare in modo sincero.
  • Essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti.
  • Prendere esempio da ciò che si vede a casa.

I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere.

Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo:

  • Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati.
  • Fare frequenti richieste di denaro.
  • Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola.
  • Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti.
  • Dormire male o bagnare il letto.
  • Raccontare di non avere nessun amico.
  • Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.

Per gli insegnanti

  • Può essere utile far compilare agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Ciò è importante per capire le dimensioni del fenomeno.
  • Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata.
  • In genere sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli altri.
  • Elogi, ricompense e sanzioni possono servire a modificare il comportamento degli studenti più aggressivi, ma non sono l’unico strumento per far cambiare atteggiamento al bullo.
  • Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo. Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale rivolgersi.
  • Si possono istituire “cassette delle prepotenze�? dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti.
  • In classe, tutti insieme, si possono individuare poche e semplici regole di comportamento contro il bullismo. Le regole devono essere esposte in modo ben visibile e tutti devono impegnarsi a rispettarle.
  • Il silenzio e la segretezza sono potenti alleati dei bulli. È importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità.
  • Se l’insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con lui di ciò che gli accade.

da www.governo.it

 
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