IL PARCO LETTERARIO DEL TESTACCIO
di Luigi De Pascalis

COSA E' UN PARCO LETTERARIO ? 
Un Parco Letterario è un percorso culturale attraverso i luoghi celebrati dalla letteratura italiana di tutti i tempi. E' dunque una occasione per riscoprire angoli meno conosciuti d'Italia attraverso  le parole di quegli autori che da essi trassero ispirazione. E' anche un modo muovo ed efficace per fare accostare anche fisicamente i giovani ad alcune fra le pagine più  suggestive della nostra letteratura. La  creazione dei Parchi Letterari è la meritoria iniziativa della Fondazione Ippolito Nievo di cui è presidente Stanislao Nievo, romanziere, socio fondatore del WWF e viaggiatore instancabile. Fra il 1990 e il 1998 Nievo ha dedicato ai Parchi Letterari tre bei volumi, i primi due editi da Abete, il terzo da Marsilio.

Il Parco Letterario di Testaccio, primo Parco urbano in Italia, comprende Monte dei Cocci e la zona circostante ed è stato scelto perché unisce alla vocazione letteraria la tradizione che lo vuole luogo privilegiato d'incontro. Sul monte dei Cocci - così detto perché  fatto con frammenti di milioni di anfore - si festeggiavano il carnevale e le ottobrate, si facevano scampagnate e processioni. Una antica leggenda vuole che i vasi di terracotta fossero i contenitori dei tributi provenienti dalle province dell'impero. E' dimostrato invece che si tratta di avanzi di anfore olearie provenienti dalla Spagna e dall'Africa. Vuoti a perdere, dunque, su cui periodicamente veniva fatta colare della calce viva per assorbire l'olio ed evitarne la decomposizione. 
Le anfore arrivavano ad Ostia su grandi navi olearie e lì trasferite su imbarcazioni fluviali trainate da buoi e venivano scaricate al porto Tiberino dell'Emporium. Il volume delle merci  e il monte dei Cocci  crebbero fino alla metà del III sec. , quando il porto Tiberino cadde in disuso e la piana assunsee un aspetto desolato. 
Nei secoli seguenti Testaccio divenne luogo di sepoltura, si arricchì di grotte per la conservazione del vino, si fece teatro di Via Crucis, processioni, Palii e feste carnascialesche. Fu perfino poligono di tiro per i bombardieri di castel S. Angelo. Divenne quartiere abitato solo alla fine dell'Ottocento.
Ora monte Testaccio è una piccola oasi recintata in mezzo al traffico. Vi crescono l'olmo campestre, l'alloro, il fico, la ginestra, il verbasco, la malva, la parietaria e il verbasco. Ma anche il loglio, la linaria, l'orzo selvatico, l'aglio rosa, l'erba mazzolina e il finocchio selvatico. Non è raro sentire cantare tra la vegetazione l'usignolo o vedere volare alto e maestoso il gheppio. Sul fiume vivono invece cormorani e gabbiani, passano le gallinelle d'acqua e il Martin pescatore. Da esso spira una brezza lieve che una volta tanto allontana l'odore acuto del traffico urbano. Cosa c'è di meglio per invogliare una salita al monte, calpestando gli antichi cocci che suonano sotto i tacchi? 
_______________________
Di Testaccio parlano Giovanni Rucellai ( Zibaldone quaresimale), Cervantes (Novelas Ejemplares), Goethe ( Viaggio in Italia), Belli ( I sonetti: La bballerina de Tordinone, Una lingua nova), Domenico Orano ( Il Testaccio: il monte e il quatiere dalle origini al 1910), Fogazzaro ( Il santo),  Pasolini ( Le ceneri di Gramsci).