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Le vacanze sono più belle, insieme.
di Patrizia Mencarani

Vi ricordate, ragazzi, a Natale, che felicità ? Sotto l’abete sfavillante, c’era lui,  il cucciolo tanto desiderato, motivo di tortura di tutte le madri ossessionate dai vostri incalzanti: “Mamma mi compri un cagnolino?”. Esemplare di razza o un dolcissimo bastardino, lui era lì, nello scatolone di cartone in attesa soltanto di tanto amore.
E da allora, si trattasse di Lilli, Fido o Nerino, lui - o lei - è diventato il vostro più fedele amico, con lui avete giocato, lo avete strapazzato e coccolato. Ha sopportato pazientemente tutti i vostri schiribizzi e capricci.
Adesso, però, Natale è lontano, siamo vicini alle vacanze estive e, come sempre, si ripropone l’annoso problema di cosa fare di  Fido mentre voi siete in viaggio. 
Prima di prendere qualsiasi decisione, ricordatevi: il vostro cagnolino sarebbe felicissimo di venire con voi in vacanza, a prendere un po’ di aria buona. Quindi, adoperatevi  per convincere i vostri genitori a portarlo con voi.   Dite a papà che ci sono molti alberghi e pensioni,  in Italia e all’estero, dove gli animali sono ben accetti. Lo stesso vale per gli stabilimenti balneari. Affrontare qualche fastidio in più per il vostro compagno fedele significa imparare a rinunciare per il bene degli altri. Un’ ottima lezione di vita.
Se, peròi, non potete fare a meno di lasciarlo in città, affidatelo pure ai pensionati per animali ma, attenzione, soltanto dopo esservi accertati che si tratta di un posto dove amano gli animali.
 
 
 
 
 

                  Il randagismo, un fenomeno ancora troppo diffuso

Secondo il ministero della Sanità sarebbero 24 mila i cani randagi in Italia, mentre uno studio approfondito dell’Università La Sapienza di Roma conta  800mila cani randagi, di cui 80mila quelli ‘rinselvatichiti’ e quasi 200mila gli abbandonati. La concentrazione maggiore di animali abbandonati si trova vicino alle città, soprattutto dalla Toscana in giù. 
Secondo la Lav (Lega antivivisezione), invece, questa estate saranno almeno 150 mila gli animali domestici a rischio d’abbandono e circa l’80% di loro è probabile che rimanga vittima di incidenti stradali o che muoia di stenti. Il resto trascorrerà la propria esistenza nell’angusta gabbia di un canile.
Queste le misure stabilite dal recente incontro nazionale tra Stato e Regioni per combattere l’abbandono dei cani: il rafforzamento dell’identificazione canina con tatuaggio o microchip, registri anagrafici e formazione professionale degli accalappiacani, ristrutturazione dei canili comunali, costruzione di rifugi per cani e misure di sterilizzazione.
Per superare il problema dei cani randagi esiste una legge nazionale – la 281 del ’91 – che, però, non viene sempre applicata anche per mancanza di infrastrutture. Il Sud d’Italia è il più carente da questo punto di vista.
 
 
 
 
 
 


            La lotta al randagismo regione per regione

In Abruzzo, per l’identificazione dei cani si applica il dermografo, tatuaggio indolore, indelebile; in Puglia, la più fastidiosa pinza ad aghi, tranne a Bari dove si applica il microchip; in Veneto, dermografo e pinza, come in Emilia Romagna, dove però la legge è poco applicata; in Sardegna si è cominciato ad usare il microchip, ma l’esperimento non ha avuto un buon risultato; nel Lazio si usa il dermografo e la Sicilia non ha ancora varato la sua legge regionale