Sport

Lo sci insieme a mamma e papà come alternativa alla Tv

Wednesday, 16/1/2008

Anche quest’anno, grazie al successo ottenuto nelle precedenti occasioni, è stato organizzato nel bellissimo comprensorio della Val Malenco - in località Palù - il Corso di Sci per ragazze e ragazzi delle scuole elementari di Berbenno, con l’intenzione di favorire nel contempo anche l’attività sportiva di mamme e papà.

 

 

L’iniziativa - giunta ormai alla terza edizione - è stata inoltre pensata per offrire valide alternative alla tv e al “famigerato” Nintendo.  

 

Una occasione - insomma - per  stare  insieme  all’aria aperta, per ossigenare anche lo spirito e per incentivare l’attività sportiva quale strumento di educazione e di vita.  

 

Grazie alle abbondanti nevicate di questi ultimi giorni, la stagione corsistica è stata aperta sotto i migliori auspici. Con le sei lezioni previste, che li vedrà impegnati il lunedì pomeriggio, ragazze e ragazzi di Berbenno potranno iniziarsi - o ormai affinarsi - ad una disciplina tipica dei nostri territori, che spesso però - per la mancanza di iniziative che la stimolino o completa assenza di incentivazioni - non può essere adeguatamente praticata.  

 

Non che ci si attenda qualche campioncino, ma comunque è una strada per appassionare i giovani allo sport e - perché no - anche per provarci… Valtellina e Valchiavenna avrebbero proprio bisogno di nuovi talenti in grado di rilanciare lo sci provinciale

Più sport a scuola contro l’obesità

Thursday, 15/11/2007

Tre ore di sport settimanale obbligatorie nelle scuole. E’ quanto chiede il Parlamento europeo per contrastare il crescente fenomeno dell’obesità tra i giovani. Occorre poi promuovere gli investimenti nelle infrastrutture e usare i Fondi strutturali per creare nuovi impianti sportivi. Al contempo, bisogna prevenire lo sfruttamento dei giovani talenti sportivi e informare i giovani sui pericoli del doping. E’ anche necessario riconoscere le qualifiche ottenute tramite lo sport.

 

E’ allarme obesità in Europa, in particolare tra i giovani. Si stima infatti che il numero di bambini affetti da obesità e in sovrappeso nell’Unione europea aumenti di 400.000 unità ogni anno, oltre ai 14 milioni di europei già in queste condizioni (compresi gli almeno 3 milioni di bambini obesi). Nell’Europa a 27, 1 bambino su 4 è in sovrappeso: Spagna, Portogallo e Italia registrano livelli di obesità superiori al 30% tra i bambini dai 7 agli 11 anni. Per l’ex campione olimpionico di scherma Pál SCHMITT , l’assunzione di quantità più elevate di calorie non è la prima causa del sovrappeso, bensì la mancanza di movimento: «i bambini non mangiano di più, si muovono di meno».
 
Approvando con 590 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni la sua relazione, il Parlamento invita quindi gli Stati membri «a rendere obbligatoria l’educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie» e ad accettare il principio che l’orario scolastico «comporti almeno tre lezioni di educazione fisica settimanali». Sottolinea poi l’importanza dell’esercizio fisico «per lottare contro l’obesità e abbandonare abitudini di vita antigieniche», poiché ciò può avere considerevoli effetti positivi sulla salute delle persone.
 
Il Parlamento incoraggia pertanto gli Stati membri ad ammodernare e migliorare le loro politiche in materia di educazione fisica, soprattutto ad assicurare un equilibrio tra le attività fisiche e intellettuali nelle scuole. Ma anche ad investire in strutture sportive di qualità e a prendere misure adeguate per rendere accessibili a tutti gli studenti i centri sportivi e i corsi di sport nelle scuole, prestando particolare attenzione ai bisogni degli studenti disabili. Raccomanda, inoltre, il ricorso ai fondi strutturali dell’UE per creare e ampliare scuole e impianti sportivi in aree sfavorite
 
I deputati si dicono poi favorevoli alla concessione di incentivi a club sportivi che hanno accordi di collaborazione con le scuole, gli istituti scolastici e i centri per la gioventù. Invitano la Commissione ad elaborare orientamenti chiari sulle norme che disciplinano gli aiuti di Stato, definendo quale tipo di sostegno sia accettabile e necessario per fare pienamente fronte «alle funzioni sociali, culturali, di protezione della salute e educative dello sport». Compreso il sostegno per creare o per ammodernare impianti sportivi scolastici e per migliorare e diversificare le attrezzature e le strutture esistenti, «poiché queste, in molte scuole, risultano inadeguate o obsolete sotto tutti i riguardi»..
 
Allo stesso tempo, il Parlamento chiede agli Stati membri di riservare particolare attenzione alle situazioni in cui il talento dei bambini «viene sfruttato per ottenere risultati nelle competizioni sportive» e insiste affinché le attività sportive professionali che coinvolgono bambini «ne rispettino i diritti fondamentali e gli interessi primari». Sottolinea inoltre che l’uso di sostanze chimiche tali da migliorare le performance sportive «è contrario ai valori dello sport in quanto attività sociale, culturale e educativa». Invita quindi gli Stati membri ad assicurare che gli insegnanti di educazione fisica, sia nelle scuole che al di fuori di tale contesto, «informino gli studenti in merito ai pericoli fisici e psicologici inerenti all’uso di sostanze dopanti».
 
I deputati ritengono inoltre che le qualifiche acquisite tramite l’attività sportiva dovrebbero essere riconosciute nell’ambito del sistema comune di riferimento incorporato nel futuro Quadro europeo per le qualifiche. Accolgono quindi con favore la proposta della Commissione di includere lo sport

Secondo te, c’è abbastanza spazio per l’educazione fisica a scuola? L’Europa chiede il tuo parere

Thursday, 8/11/2007

L’ora di educazione fisica a scuola è sempre stata vista dai più come un momento di svago e gioia, una pausa salutare fra una versione di latino e un compito di matematica. Ma il suo significato va al di là della corsetta o della partitella di pallavolo… Questo momento ginnico rappresenta di fatto l’unica materia di insegnamento che mira a educare gli studenti a una vita salutare.

 

Un compito divenuto via via sempre più difficile, se è vero che in Europa sovrappeso e obesità rappresentano un problema in forte crescita. Lo sport può fare da contrappeso a tale tendenza? In quale misura?  L’ex-campione olimpico Pál Schmitt, oggi eurodeputato, è relatore del testo che affronta la questione, al voto la  settimana prossima a Strasburgo.
 
Alcune cifre allarmanti
 
In Europa, il numero di bambini in sovrappeso o affetti da obesità aumenta ogni anno di oltre 400.000 unità, cifra che va ad aggiungersi ai 14 milioni già in sovrappeso. Nell’Ue a 27, tale condizione colpisce un bambino su quattro e il problema non sembra essere tanto l’eccesso di calorie, quanto piuttosto l’inattività fisica.
 
Oltre a rappresentare un costo per la società, molte delle malattie e disfunzioni che sorgono in età matura vanno ricondotte ai comportamenti del periodo giovanile. Ecco perchè un’attività regolare sin dalla giovane età può sortire effetti positivi in termini di benessere psico-fisico. Lo sport, inoltre, è anche un metodo efficace contro il vizio del fumo, oltre che un antidoto alla vita sedentaria.
 
Attività fisica = vita sana
 
L’ex-atleta olimpionico Pál Schmitt, eurodeputato del gruppo del partito popolare europeo (PPE-DE), ha redatto un testo sul ruolo dello sport nell’educazione al voto martedì prossimo in occasione della sessione plenaria. Il testo mette in primo piano il ruolo dello sport e l’ora di educazione fisica a scuola. Schmitt ci conferma che la relazione “mira a rendere consapevoli e responsabili gli Stati membri dello stretto legame che esiste fra sport a scuola e vita sana. Un binomio che è messo in pericolo dall’aumento dei tassi di obesità e dalla diminuzione delle ore concesse allo sport nel programma scolastico. In media nella scuola superiore nell'’Ue, si è infatti passati dalle 117 alle 101 ore.
 
Tre lezioni di educazione fisica
 
Per invertire la tendenza i deputati puntano il dito sulle attrezzature obsolete e sul disequilibrio fra attività indoor e all’aperto, oltre a rilevare la necessità di adeguare l’attività sportiva scolastica alle esigenze di tutti gli studenti. “In alcuni Stati membri, dichiara Schmitt, la mancanza di attrezzature sportive moderne, così come di professori all’altezza, fa sí che sovente l’attività sportiva sia sacrificata a discapito di altre materie”. Il Parlamento chiede pertanto che gli Stati membri propongano almeno tre lezioni di educazione fisica la settimana.
 
“Il mio consiglio ai bambini - conclude l’ex-atleta plurimedagliato - è quello di praticare attività fisica quotidianamente sia dentro che fuori la scuola, mentre agli adulti dico di fare sport almeno tre volte la settimana. ”.
 

 Secondo te, c’è abbastanza spazio per l’educazione fisica a scuola? L’Europa chiede il tuo parere. Puoi lasciare il tuo commento all’indirizzo web-redattore-it@europarl.europa.eu (RIF.20071107STO12715)oppure direttamente a Giacomino che provvederà a inoltrarlo al Parlamento europeo

Le spese per lo sport dei figli si possono detrarre

Wednesday, 3/10/2007

Sono state definite nei dettagli con il decreto ministeriale (28 marzo 2007) firmato dai Ministeri delle Politiche Giovanili e Attività Sportive e dell’Economia e delle Finanze, le concrete applicazioni per dare operatività alle norme contenute nella Legge Finanziaria che, per la prima volta in Italia, riconosce il valore sociale delle spese sostenute dalle famiglie per far praticare sport ai bambini ed ai ragazzi.

La norma ha introdotto la detraibilità delle spese sostenute per l’iscrizione e l’abbonamento, per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni, ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica.

Lo Sport e L’Unicef

Thursday, 27/9/2007

Lo sport è un elemento fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, tanto da esser stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale.

Secondo l’art. 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica […]”.
 
Sebbene in tale articolo non venga citato lo sport, la dottrina ha specificato successivamente che le parole riposo, svago, gioco e attività ricreative, benché sembrino apparentemente sinonimi, implicano differenze sostanziali.

Riposo sottintende la necessità di rilassarsi mentalmente e fisicamente, nonché di dormire.

Svago è un termine dal significato più ampio, che fa riferimento al tempo libero ed alla libertà di fare ciò che uno più desidera.

Attività ricreative abbraccia la vasta gamma di azioni svolte per libera scelta, il cui scopo è il piacere e il divertimento: lo sport, le arti creative, i passatempi di carattere scientifico, tecnico, artigianale, agricolo.

Gioco include tutte le attività dei bambini che non sono controllate dagli adulti e che non richiedono il rispetto di regole precise.

Anche in Italia l’UNICEF si impegna a promuovere una vita sana - fondata sulla salute fisica, mentale e psicologica - dei bambini e degli adolescenti, grazie a sport, svago e attività ricreative.

Lo sport fa bene, e non solo al fisico…

L’attività fisica regolare apporta innumerevoli benefici al corpo e alla mente:

irrobustisce il fisico e ne previene le malattie

sviluppa e aiuta a mantenere sano l’apparato osseo

aiuta a controllare il peso corporeo

aiuta a ridurre il grasso e la pressione sanguigna

riduce lo stress, l’ansia, la depressione e la sensazione di solitudine

prepara i bambini all’apprendimento futuro

migliora il rendimento scolastico

aiuta a controllare vari rischi comportamentali, come l’uso di tabacco, droghe o di altre sostanze, le abitudini alimentari scorrette, il ricorso alla violenza

Attraverso lo sport, il divertimento e il gioco i bambini e gli adolescenti imparano alcuni dei valori più importanti della vita.
 
Come dichiarato dal Direttore esecutivo dell’UNICEF Ann Veneman, l’attività fisica promuove non violenza, tolleranza e pace.
 
Lo sport insegna importanti valori quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, modestia, comunicazione, leadership, capacità di affrontare i problemi, ma anche interdipendenza. Tutti principi, questi, alla base dello sviluppo.

Oltre ad avere un ruolo fondamentale nel trasformare i bambini in adulti responsabili e premurosi, lo sport riunisce i giovani, li aiuta ad affrontare le sfide quotidiane e a superare le differenze culturali, linguistiche, religiose, sociali, ideologiche.

Lo sport è un linguaggio universale in grado di colmare i divari e di promuovere i valori fondamentali indispensabili per una pace duratura. 
 
È un mezzo straordinario per allentare la tensione e favorire il dialogo. 
 
Sul campo di gioco le differenze culturali e le priorità politiche scompaiono.
 
I bambini che praticano sport capiscono che si può interagire senza coercizione o sfruttamento.

L’UNICEF Italia ha stretto una serie di partnership con numerose organizzazione del mondo dello sport allo scopo di organizzare congiuntamente iniziative e progetti rivolti ai bambini e agli adolescenti.
 
La maggior parte di queste iniziative, inoltre, consentono ai partecipanti di sostenere le attività che l’UNICEF porta avanti nei 156 paesi in cui è presente attraverso donazioni finalizzate ai progetti.
 
Le principali partnership sportive dell’UNICEF Italia sono quelle con:

  

FGI - Federazione Ginnastica d’Italia. 

  

FIR - Federazione Italiana Rugby. 

  

FIH - Federazione Italiana Hockey . 

  

FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio . 

  

Lega Calcio. 

  

Giochi della Gioventù. 

  

Piacenza Calcio. 

  

Il mondo dello sport per l’UNICEF 

  

Il mondo dello sport ci offre dei campioni da ammirare, ci propone dei modelli a cui ispirarsi per superare le difficoltà della vita e mirare in alto, aspirando con successo al raggiungimento dei propri obiettivi.
 
Queste personalità richiamano l’attenzione del mondo sui bisogni dei bambini - sia quelli del proprio paese, sia quelli stranieri - attraverso il sostegno delle attività dell’UNICEF, con visite sul campo, e con iniziative personali o istituzionali di raccolta di fondi a beneficio dei programmi UNICEF sul campo.
 
A livello nazionale l’UNICEF vanta tra i propri Goodwill Ambassador campioni olimpionici, campioni del mondo, atleti ed altre personalità dello sport del calibro di
Francesco Totti, Paolo Maldini, Gianfranco Zola per il calcio e Deborah Compagnoni per lo sci.
 
Altre importanti celebrità sportive italiane si adoperano con generosità per il bene dei bambini, offrendosi come testimonial di campagne e iniziative dell’UNICEF per promuovere i diritti dell’infanzia e raccogliere fondi.
 
È questo il caso di Vanessa Ferrari - campionessa del mondo 2006 di Ginnastica artistica femminile -, della Nazionale di Ginnastica ritmica femminile (medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e ai Campionati Europei di Mosca 2006), di 
Giorgio Rocca (campione di sci alpino), di Andrea Lo Cicero (pilone della Nazionale italiana di rugby e giocatore dei Barbarians), di Emiliano Moretti (terzino della squadra spagnola di calcio del Valencia), di Andrea De Rossi (capitano della Nazionale italiana di rugby nel Torneo ”Sei Nazioni” edizione 2004 e, dalla stagione 2006-2007, giocatore della squadra di rugby del Prato) e di Fabio Gallo (centrocampista del club calcistico del Torino).

No al calcio violento

Friday, 2/3/2007

Pugno di ferro contro la violenza negli stadi. Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama hanno ritoccato alcuni punti del decreto Amato, ed ora, secondo il viceministro agli Interni Marco Minniti, “è un decreto migliore e più forte”. Nel mirino, in particolare, gli striscioni (pene fino a 5 anni per striscioni e cori offensivi e razzisti) e i biglietti (non più di 4 a persona)


Intanto, i bambini della 4° elementare della scuola primaria San Giuseppe di Vicenza, commentano sulle pagine di Giacomino i tragici fatti di Catania.
 

Signori   giornalisti, siamo   i   bambini   di   4°B  della  scuola   primaria  di  San   Giuseppe   in   provincia  di   Vicenza .In   classe  abbiamo   letto   il  vostro   articolo   tratto   da   Popotus   “Domenica   si   gioca . Di   già ?�? dell’ 8   Febbraio  2007 .Il   fatto   successo  a   Catania   è   molto   grave   perché   è   stato   ucciso   un   agente   di   polizia   dai   tifosi ,  e  questo   ci   ha   molto   indignati   perché  lui   era  lì  per   proteggere   le  persone. Secondo   noi   i   tifosi   si   sono   comportati   male   e   ci   hanno delusi;   siamo   dispiaciuti   soprattutto   perché   è   stato   ucciso   il   papà   di  una   bambina   che  ha   più   o   meno   la   nostra   età.Secondo   noi   la   violenza   è   brutta   perché    fa   soffrire   le   persone  e   non  le  rispetta.   

Lo   sport  invece  è   bello,   ma   lo   sarebbe   ancora   di   più   se   non   si   giocasse   sporco   e   se   si   rispettassero   le   regole.

Anche alcuni di  noi,  quando    in    palestra   facciamo  i   giochi    di   squadra ,   vogliono  sempre   vincere   o   prendono   in   giro   chi   è    più    debole , ma   con la    discussione   cerchiamo  di   risolvere   i  problemi. Secondo   noi   è   importante   imparare   ad   essere   un   tifoso   corretto   e   ad  accettare  anche  le   sconfitte. Abbiamo   voluto   scrivere   questa   lettera   perché    forse    noi    bambini    riusciamo  a   capire   meglio   le  regole    dello   sport    e    ci    sforziamo   di  non  infrangerle   anche   se   lo  spirito   competitivo  è   forte.

Noi   bambini   vorremmo   darvi   dei   consigli : giocare   con   passione,   non   farlo    solo   per   soldi e non   giocare sporco.

 Aspettiamo una risposta 

Cordiali   saluti.

Signor presidente  Pancalli,

noi alunni della 4°B della scuola primaria di S. Giuseppe di Cassola, in provincia di Vicenza, abbiamo letto  e discusso un articolo tratto dal giornalino chiamato “Popotus�?, dedicato ai ragazzi .

Questo articolo parlava della  grave vicenda accaduta durante una partita di calcio tenutasi a Catania.Ci ha colpito l’uccisione di un agente di polizia, che era lì per svolgere il suo lavoro, cioè proteggere i tifosi. Sapere che è stato ucciso da persone poco più   grandi di noi ci ha rattristato. Questo avvenimento inaspettato ha causato: la sospensione delle partite e stadi a porte chiuse. Di fronte a queste tragedie e agli episodi di violenza noi abbiamo provato dispiacere, ma anche incredulità e confusione perché ciò non segue più lo spirito dello sport. Per noi lo sport è bello, anche se a volte è faticoso; non bisogna giocare sporco perché altrimenti ti senti male. Essere tifosi corretti significa essere leali. Invece di usare la violenza si devono usare le parole, perché la prepotenza è una cosa molto brutta e molto dolorosa.  Vi abbiamo voluto scrivere questa lettera perché non vogliamo che accadano più episodi come questo.

Aspettiamo un risposta                                                                                                          

Gentili giornalisti, siamo i bambini di classe 4°B della scuola primaria di S. Giuseppe, in provincia di Vicenza. A scuola abbiamo letto l’articolo intitolato “DOMENICA SI GIOCA. DI GIA?�? uscito l’otto febbraio,tratto da Popotus, un giornale di attualità dedicato ai ragazzi. In esso si parlava dei gravi fatti accaduti durante una partita di calcio a Catania, che hanno portato all’uccisione di un poliziotto; purtroppo, spesso succedono disordini, atti di violenza durante e dopo le partite. Noi crediamo che la violenza sia una minaccia, quindi brutta. Mentre noi bambini pensiamo che lo sport serva a farci capire che non bisogna solo vincere ma imparare anche a saper perdere; ci aiuta a crescere, è un modo per divertirci insieme e per imparare a diventare dei tifosi leali e corretti. Sappiamo che per i calciatori lo sport non è solo divertimento è anche un lavoro, quindi sono pagati per farlo, ma lo spirito di qualsiasi sport è giocare in modo corretto e non usare la violenza.Chiediamo gentilmente che facciate conoscere il più possibile le opinioni di noi bambini.

Cordiali saluti.

I bambini di quarta

Scuola Primaria “ S. PIO X�?

Classe IV°B

Viale S. Giuseppe

36067 S. Giuseppe di Cassola (VI)

e-mail: segreteria@scuolesangiuseppe.org

Ai Mondiali di calcio 2006 c’è “Unicef Team�? la squadra che aiuta i bambini con lo slogan “Uniti per i bambini, Uniti per la pace�?

Saturday, 10/6/2006

La Coppa del mondo FIFA 2006 e’ anche l’occasione per il lancio dell'’UNICEF Team, la squadra che riunisce calciatori di livello mondiale e giovani giocatori dello sport piu’ popolare del mondo per aiutare i bambini colpiti dai conflitti armati e dalla violenza.

‘Nell’UNICEF Team trovano posto star del football del calibro di Francesco Totti o David Beckham, che hanno aderito alla campagna UNICEF ‘Uniti per i bambini, Uniti per la pace’, ma anche ragazzi e ragazze provenienti dai Paesi meno fortunati che nel pallone cercano la speranza di un riscatto.
Si tratta di una delle iniziative congiunte UNICEF- FIFA promosse in occasione della Coppa del Mondo di calcio Germania 2006, con lo slogan ‘Uniti per i Bambini, Uniti per la Pace’.

 

La campagna sottolinea il ruolo del calcio nella promozione dei valori di pace e tolleranza in seno alle diverse comunita’ e a livello internazionale. L’UNICEF e la FIFA uniranno le forze durante la coppa del mondo 2006 per utilizzare uno dei maggiori eventi sportivi al mondo quale palcoscenico per mostrare come lo sport possa creare autostima, sicurezza e fiducia nei bambini.
Per l’occasione, e’ stato lanciato uno spot con la partecipazione dell'’UNICEF Team’, composta da 15 giocatori di fama internazionale che saranno presenti ai Mondiali, tra cui David Beckham e Francesco Totti, entrambi Goodwill Ambassador dell’UNICEF. Questi i 15 campioni dell'’UNICEF Team’ dei Campionati del Mondo 2006: David Beckham (Inghilterra); Emmanuel Abedayor (Togo); Michael Ballack (Germania); Didier Drogba (Costa d’Avorio); Thierry Henry (Francia); Tim Howard (USA); Rafael Marquez (Messico); Lionel Messi (Argentina); Hidetoshi Nakata (Giappone); Ji-Sung Park (Corea); Eduardo Tenorio (Ecuador); Francesco Totti (Italia); Edwin van der Sar (Olanda); Paolo Wanchope (Costa Rica); Dwight Yorke (Trinidad).
‘Ho tifato per il piccolo Boris - (uno dei bambini protagonisti) ha dichiarato Francesco Totti, Ambasciatore dell’UNICEF Italia dal 2003 - con la stessa passione che hanno i bambini che tifano per i loro idoli sportivi. Voglio ribadire ancora una volta che tutti i bambini del mondo hanno il diritto di giocare e divertirsi. Spero che questi Campionati del Mondo di Calcio di Germania 2006 ci trovino tutti ‘Uniti per i Bambini, uniti per la Pace’.

“Uniti per i bambini, uniti per la pace”.

Saturday, 20/5/2006

Questo lo slogan della campagna di Fifa e Unicef per i Mondiali di calcio di Germania, al via il prossimo 9 giugno. L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere i valori della pace e delle tolleranza, tra gli individui e tra le comunità. La Fifa e l’Unicef attueranno iniziative per comunicare l’importanza dei valori sportivi quali autostima e lealtà, per combattere ogni forma di violenza e intolleranza. Tra i 15 calciatori testimonial dell’iniziativa figura anche Francesco Totti.

“Piccoli ciclisti crescono”

Friday, 5/5/2006

“Piccoli ciclisti crescono”  è un programma di giochi e cultura ambientale, in onda il sabato (dal 6 al 27 maggio) dalle 9 alle 9,30 sulla terza rete Rai. Conduce Marco Di Buono. Lo scopo di questo programma è quello di avvicinare i bambini allo sport e all’ambiente con prove di abilita’ sul territorio, dirette da un maestro d’eccezione che si chiama Francesco Moser.
Il programma, infatti, è strettamente legato al Giro d’Italia: dal riciclo di 800 lattine si costruisce una bicicletta completa di accessori. E proprio partendo dalla bicicletta, ecco l’iniziativa del CiAl, il Consorzio Imballagi Alluminio, che - con il Giro d’Italia della quale è sponsor - lancia questo gioco per i piu’ piccoli in collaborazione con Raitre Il programma e’ scritto e curato da Silvia Chiodin, Lino Zani, Ornella Lameri, prodotto da Video&Cartoons ed ha l’obiettivo di “sensibilizzare le nuove generazioni ai valori dello sport e della salvaguardia ambientale avvicinandoli, attraverso il gioco, alla filosofia che sta alla base del ciclismo e dell’attivita’ del Consorzio , cioe’ rispetto e salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, fatto di persone e oggetti”. La bicicletta diventa cosi’ un simbolo. Rappresenta la mobilita’ sostenibile, l’amore per lo sport e il valore del riciclo. Infatti, la maggior parte delle biciclette esistenti e’ prodotta con alluminio, materiale riciclabile al 100%  leggero, resistente agli urti e alla corrosione, durevole e a-magnetico
Quattro puntate, dunque, in onda in corrispondenza di alcune tappe di arrivo o partenza del Giro d’Italia, nelle quali due squadre per localita’, appartenenti a diverse societa’ ciclistiche, si sfidano sotto la regia dell’abile conduttore che segue i ragazzi, spiegando al pubblico, passo per passo, lo svolgimento della gara e presentando contributi filmati sui campioni della storia del ciclismo italiano e notizie di attualita’ sul Giro d’Italia. Inoltre, tra una gara e una caccia al tesoro, il Professor ALU (il personaggio-fumetto legato alla pratica del recupero dell’alluminio) intratterra’ gli sfidanti e il pubblico da casa con divertenti ed esaustive lezioni sui materiali riciclabili, in particolare sull’alluminio il cui ciclo di vita non finisce perche’ l’alluminio e’ un materiale che si usa, si riusa e si riusa.

Bimbi in piazza

Saturday, 29/4/2006

Nei ricordi di chi, come me, ha vissuto in un piccolo paesino, la piazza rappresenta il luogo di incontro, di socializzazione, di pettegolezzo, di appuntamenti. E la piazzetta, quella sotto casa, il mondo magico dei giochi, dove le mamme ci facevano scendere a giocare perché non c’erano pericoli e perché potevano controllarci dalla finestra. La palla rimbalzava , ma non nelle ore più calde dell’estate; i muri scrostati fornivano “materiale prezioso�? per i nostri giochi di cucina; il piccolo atrio con tre scalini dell’abitazione di Casilda il nostro rifugio preferito (sempre che l’anziana signora fosse di buonumore e ci lasciasse giocare).

Per i nostri bambini, e soprattutto per i bambini che vivono in città, la piazza – come dice mio figlio di 3 anni – è dove girano le automobili.

Sono le auto, infatti, ad essersi appropriate di questi spazi: auto in movimento e soprattutto auto in sosta.

Per far riscoprire ai  bambini il vero valore della piazza nasce l’iniziativa delll’Unione Italiana Sport “Bimbi in piazza�? che che anche quest’anno colorera’ per un giorno le piazze di 60 citta’ italiane, a partire dal 29 aprile.
Per far riscoprire ai bambini il valore della piazza (di quella vera, e non di quelle inventate nei grandi centri commerciali) in ogni citta’ verranno allestiti spazi per attivita’ sportive (mini-basket, calcetto, mini-volley, ecc.) e per i giochi di strada, dai piu’ comuni a quelli piu’ insoliti; non mancheranno i giochi popolari come la campana, il tiro alla fune, il gioco dell’oca, la corsa coi sacchi.
La manifestazione viene organizzata insieme ai Comuni e agli Enti locali delle citta’ coinvolte, dove la manifestazione e’ spesso abbinata a iniziative di solidarieta’ e a campagne per il diritto al gioco, quale elemento determinante per la crescita armoniosa dei piu’ piccoli.
LE DATE: Si comincera’ il 29 aprile con Reggio Calabria e Monfalcone (Gorizia), ma la giornata centrale della manifestazione sara’ domenica 30 aprile, quando contemporaneamente saranno coinvolte 26 citta’ italiane. Ultimi appuntamenti, il 7 maggio, con Orvieto e Brescia.

L’iniziativa gode dell’Alto Patronato del presidente della Repubblica

 

Sara Musa

 
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