Mamme

Congedi più lunghi per le mamme che adottano un bambino

Tuesday, 2/10/2007

Buone notizie per i genitori che adottano o hanno in affido un bimbo. La Finanziaria estende, per le donne lavoratrici, il congedo per maternita’ per ulteriori due mesi e stanzia dieci milioni l’anno per il 2008, il 2009 e il 2010.
Nella Relazione tecnica, si evidenzia come si stimino in 3.500 le adozioni con madri lavoratrici (operando una riduzione prudenziale di circa il 30% delle adozioni complessive) e ipotizzando un’indennita’ mensile netta di 1.300 euro “si perviene ad un onere annuo di 9 milioni di euro al quale va aggiunto un onere di circa un milione di euro su base annua per l’ampliamento dell’utilizzo del congedo parentale? legato ai limiti di eta’ del minore. (AGI)

Baby Bazar: la festa dell’usato

Friday, 28/9/2007

L’usato per i bambini: abiti e giocattoli, accessori per la casa e per la macchina. Quanto costano! Quanto spazio prendono in casa! E quanto poco tempo vengono usati! Così, comprare cose usate e vendere quelle che non si usano più sta diventano, anche nel nostro Paese, una vera e propria moda. In Inghilterra, dove l’attenzione  e gli investimenti per l’infanzia si concentrano più sui progetti educativi e didattici che non sull’abbigliamento firmato o l’accessorio di grido, già da tempo i genitori hanno sviluppato una sorta di riuso e riciclo degli accessori per i bambini. 

A Roma e in altre città, i negozi Baby Bazar organizzano una vera e propria festa per l’usato: Baby Bazar in Festa! Giocolieri, pagliacci, scultori di palloncini oppurtunamente accompagnati da un gran buffet, da tanta musica e da giochi.

A Baby Bazar in Festa! puoi comprare cose usate e vendere quelle che i tuoi bambini non usano più.
Sabato 29 e domenica 30 settembre, orario non stop, dalla mattina alla sera. 
Il programma
  RE DI ROMA - Sabato 29 Settembre . Orario: 9.00-13.00/15.30-19.30.
  BERGAMO COLOGNOLA -  Sabato 29 Settembre. Orario: 9.30-12.30/15.30-19.30.
  SESTO SAN GIOVANNI (MI) -  Domenica 30 Settembre. Orario: 9.30-13.00/16.00-19.30.
  SALO’ (BS) - Sabato 29 e Domenica 30 Settembre. Dalle 9.30 alle 19.30 - orario continuato.
  BASSANO (VI) - Sabato 29 Settembre. Orario: 9.30-12.00/15.30-19.00.

 

Mamme dopo i 40: Italia prima in Occidente

Wednesday, 8/8/2007

L’Italia è il paese occidentale con la maggiore incidenza di nascite da madri over 40: 4,6% nel 2005, con punte del 7,2% in Sardegna e valori oltre il 6% in alcune grandi province come Bologna, Firenze, Genova e Roma

Negli ultimi 25 anni è cresciuta, in tutto l’Occidente, l’incidenza delle maternità over 40. Negli Stati Uniti il numero di parti in questa fascia d’età è più che quadruplicato dal 1980 al 2003, da 23.000 a 101.000 (2,6% delle nascite). L’Italia, oggi, è il grande paese occidentale con l’incidenza maggiore di nascite da madri con più di 40 anni. Non solo: sempre più spesso quello avuto in età relativamente avanzata è il primo figlio (negli Stati Uniti nel 1980 il 9% dei nati da madri over 40 era primogenito, nel 2000 il 16%).

“Ma ci sono limiti sociali e biologici al rinvio della maternità?, scrive Francesco Billari, demografo e direttore del Centro Dondena per la ricerca sulle dinamiche sociali dell’Università Bocconi in un paper (Approaching the Limit: Long-Term Trends in late and Very Late Fertility) pubblicato dalla Population and Development Review (co-autori Hans-Peter Kohler, Gunnar Andersson e Hans Lundström). E tali limiti hanno dimostrato una sorprendente consistenza nel tempo, nonostante l’introduzione di tecniche di riproduzione assistita sempre più sofisticate.

L’aspetto critico non è tanto l’incidenza delle nascite da madri over 40, che rimane bassa rispetto alle percentuali registrate nella prima metà del secolo scorso (la Svezia, oggi assestata al 2,9%, era oltre il 10% nel 1900), ma il rinvio della prima maternità. “Il cattivo esito del tentativo di avere almeno un figlio?, scrivono gli autori del paper, “ha conseguenze molto più significative per il benessere individuale rispetto al diffuso superamento o non raggiungimento degli obiettivi di fertilità quando si hanno già figli?, mentre il rinvio della prima maternità espone le donne a un rischio esponenzialmente crescente di sterilità dopo i 35 anni.

Un’approfondita rassegna della letteratura medica mostra che “non sembra essersi verificato uno spostamento dell’età della menopausa che rifletta l’aumento della longevità? e che “l’età mediana delle donne all’ultimo parto, nelle popolazioni che non fanno uso di contraccezione, è piuttosto stabile, intorno ai 40-41 anni?.

Un tipo di informazione miracolistica riguardo le tecniche di riproduzione assistita rischia di “illudere le donne di poter attendere a lungo l’arrivo del partner giusto, concentrarsi sulla carriera, raggiungere la sicurezza e un buono standard di vita? prima di diventare madri, senza realizzare quanto sia costosa ed esposta al fallimento l’inseminazione artificiale. Con le donne di 35 anni l’inseminazione artificiale ha esito negativo 60 volte su 100, e a 40 anni o poco più la percentuale di fallimenti passa addirittura all’85%.

La variabile di gran lunga più importante nella ricerca della maternità non è l’uso di tecniche di riproduzione assistita, ma l’età dei primi tentativi di avere un figlio. Su 100 donne che cercano un figlio a 30 anni, soltanto 6 rimangono senza figli, con altre 3 che raggiungono la maternità grazie alle tecniche di riproduzione assistita. Su 100 donne che cominciano i tentativi di rimanere incinta a 40 anni, invece, ben 36 rimangono senza e solo 7 riescono a diventare madri grazie alle tecniche di riproduzione assistita.

“In definitiva, il continuo rinvio della prima maternità si rivela una delle cause principali della bassa fecondità del mondo occidentale?, spiega Billari, “e nel breve periodo gli sviluppi nella medicina, anche se potranno apportare miglioramenti marginali, non sembrano, da soli, in grado di invertire la tendenza?.

uni-bocconi.it

I bambini allattati al seno sopportano meglio lo stress

Friday, 4/8/2006

Da Stoccolma, Scott Montgomery, epidemiologo dello Karolinska Institute di Stoccolma fa sapere dalle pagine della rivista Archives of Disease in Childhood che i bambini allattati al seno potrebbero in futuro sopportare meglio lo stress .  ‘’L'ansieta’ infantile a causa di divorzi o separazioni e’ meno problematica nei bambini che sono stati allattati al seno'’ ha spiegato Montgomery. La ricerca ha mostrato inoltre che allattare al seno ridurrebbe l’incidenza nei bambini di infezioni, malattie respiratorie e diarrea.

Montgomery e il suo team hanno analizzato 9000 bambini, allattati al seno e non, concentrando l’attenzione su quelli dati alla luce da coppie sulla soglia della separazione. Seguiti dalla nascita fino ai 10 anni, i ragazzi sono stati invitati ad attribuirsi un livello di ansia da 1 a 50. I livelli sono risultati molto alti in entrambe le categorie, ma i bambini che erano stati allattati al seno sapevano gestire meglio lo stress. Secondo gli studiosi non esisterebbe un motivo ben chiaro dietro questi esiti. Probabilmente le ragioni sono da ricercare nel benefico effetto del contatto con la madre. L’allattamento materno potrebbe inoltre influenzare quelle strutture che nell’organismo determinano la risposta allo stress. ‘In termini evoluzionistici e’ forse proprio la naturalezza del gesto ad essere il segreto del successo dell’allattamento materno’ ha concluso Montgomery.

TURCO: LEGGE PER PARTO SICURO E INDOLORE

Friday, 14/7/2006

Diffusione gratuita della pratica dell’epidurale per garantire a tutte le donne un parto indolore. E’ la novita’ piu’ importante di un provvedimento varato oggi dal Consiglio dei ministri su proposta del titolare della Salute, Livia Turco. La normativa, che tende a rendere piu’ sicura e utile per tutte le donne l’assistenza al parto, ha la finalita’, ha spiegato il ministro al termine della riunione, di rendere meno frequente il ricorso al parto cesareo che, specialmente al sud del Paese, ha raggiunto una frequenza del 45,4%. Fra gli altri scopi della normativa spiegati dal ministro una adeguata assistenza ai bambini nei primi mesi di vita, anche con punti di riferimento precisi sul territorio “per affrontare le patologie piu’ complesse dei neonati”, attivando i centri territoriali per l’assistenza ai bambini.
   Importante, ha specificato ancora il titolare della Salute, “rendere gratuiti i livelli essenziali di assistenza, compresa l’epidurale per garantire il parto indolore a tutte le donne”.
   La legge indica i livelli essenziali di assistenza alle partorienti che “avranno valore cogente”, ha assicurato la Turco, con risorse economiche orientate in questa direzione.
   Alle donne che attendono un bambini viene garantire una assistenza preventiva con il “potenziamento della continuita’ assistenziale prima, durante e dopo il parto per evitare anche - ha spiegato - le situazioni di abbandono dei bambini subito dopo la nascita”.

AGI

14 maggio:Festa della mamma

Sunday, 14/5/2006

Quando il Signore fece la donna era il suo sesto giorno di lavoro, facendo straordinari.

 

Apparve un Angelo e disse: “Perché impieghi tanto tempo nel fare questo?? ed il Signore rispose: “Hai visto il formulario delle specifiche che possiede??

“Deve essere completamente lavabile ma non di plastica, ha 200 parti mobili e tutte sostituibili, funziona a caffè e resti di pranzo, ha un grembo nel quale stanno due bambini allo stesso tempo, possiede un bacio che può curare qualsiasi cosa, da un ginocchio sbucciato ad un cuore rotto, ha sei paia di mani?.

L’Angelo era sorpreso di tutti questi requisiti che possedeva la donna “Sei paia di mani, non è possibile!?

“ Il problema non sono le mani, sono tre paia d’occhi che le madri devono avere? rispose il Signore. “Tutto questo nel modello standard?? chiese l’Angelo…

Il Signore assentì con il capo “Si, un paio d’occhi servono affinché possa vedere attraverso una porta chiusa chiedendo ai figli cosa stanno facendo, nonostante lo sappia. Un altro paio sono nella parte posteriore della testa per vedere cose che ha bisogno di conoscere nonostante nessuno pensi chi sia necessario. Il terzo paio sono nella parte anteriore della testa. Questi cercano i figli smarriti e dice loro che li capisce e che li ama comunque senza bisogno di dire una parola?. L’Angelo cercò di fermare il Signore “Questo è una carico di lavoro troppo grande per la donna!?

“Ascolta il resto delle specifiche!? protestò il Signore: “Si cura da sola quando è ammalata, può alimentare una famiglia con qualsiasi cosa e può dar sì che un bambino di nove anni resti sotto la doccia?. L’Angelo si avvicinò e toccò la donna “Però l’hai fatta morbida, Signore?. “Lei è morbida e dolce – disse il Signore – però allo stesso tempo l’ho fatta forte. Non hai alcuna idea di quanto possa essere resistente e di quanto possa sopportare?.

“Potrà pensare?? chiese l’Angelo. Il Signore rispose: “Non solo sarà capace di pensare ma anche di ragionare e di negoziare?. L’Angelo notò qualcosa, si stirò e toccò la guancia della donna “Oh, sembra che questo modello abbia una perdita. Glielo ho detto che stava cercando di metterci troppe cose!?.

“Questa non è una perdita, obiettò il Signore, questa è una lacrima!?

“E a cosa servono le lacrime?? chiese l’Angelo. Il Signore disse:? Le lacrime sono la forma nella quale esprime la sua allegria, il suo dolore, il disincanto, la solarità, il suo orgoglio?.

L’Angelo era impressionato. “Sei un genio, Signore. Hai davvero pensato a tutto, visto che le donne sono veramente meravigliose!?. Ed aggiunse: “Le donne hanno una forza che meraviglia gli uomini. Crescono i figli, sopportano le difficoltà, portano carichi pesanti, tacciono quando vorrebbero gridare. Cantano quando vorrebbero piangere. Piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Litigano per ciò in cui credono. Si sollevano contro le ingiustizie. Non accettano un NO come risposta quando credono che esista una soluzione migliore. Se sono in ristrettezze comprano scarpe nuove per i figli e non per se stesse. Accompagnano dal medico un amico spaventato. Amano incondizionatamente. Trionfano. Hanno il cuore rotto quando muore un amico. Soffrono quando perdono un membro della famiglia ma riescono ad essere forti quando non c’è più nulla da cui trarre energia. Sanno che un abbraccio ed un bacio possono aggiustare un cuore rotto. Le donne sono fatte di tutte le misure, le forme ed i colori. Amministrano, volano, camminano o ti mandano e-mail per dirti quanto ti amano. Le donne fanno più che trasmettere la luce, portano allegria e speranza, compassione ed ideali. Le donne hanno infinite cose da dire e da dare. Si, il cuore delle donne è meraviglioso?.

Auguri a tutte le mamme

Auguri a tutte le donne

Sara Musa

 

 

Festa della mamma al Museo Poldi Pezzoli di Milano

Sunday, 14/5/2006

Sabato 13 e domenica 14 maggio,  in occasione della festa della mamma, Il Museo Poldi Pezzoli propone un fine settimana  all’insegna dell’arte e del divertimento. 

Biglietto di ingresso ridotto, da 7 a 5 € per tutte le mamme che desiderano visitare la casa-museo con i loro figli, ai quali è riservato l’ingresso gratuito.

Disponibili, inoltre, le audioguide per i bambini: un nuovo strumento didattico che permette ai più piccoli di avvicinarsi alle opere d’arte entrando in una dimensione immaginativa, creando  attese, stimolando la fantasia e la capacità di osservazione.

Uno speciale auricolare, applicato all’apparecchio, consente alla mamma e al bimbo di ascoltare contemporaneamente il racconto della voce narrante, permettendo di condividere un’esperienza di conoscenza, di curiosità e di gioco.  

Due i percorsi contenuti nell’audioguida. Il primo, per i bimbi dai 5 ai 10 anni, è una fiaba intitolata “Poldo, il piccolo fantasma?.

Poldo, lo spiritello buono che abita la casa-museo, svela ai bimbi molti segreti e racconta loro storie meravigliose. Gli oggetti prendono vita; si sente il tic-tac dell’orologio o il ruggito di un leone raffigurato in un dipinto di Bernardino Luini.

“Il Museo per ragazzi curiosi? è il secondo percorso per accompagnare i ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Una caccia al tesoro che stimola lo spirito di osservazione dei giovani visitatori e la loro capacità di soffermarsi sui particolari degli oggetti. 

INFORMAZIONI

Bambini:   tra i 5 e i 10 anni  -  Ragazzi: tra gli 11 e i 14 anni

Ingresso:   -  bambini gratuito – Adulti ridotto 5 € invece che 7 €

                  -  massimo 2 bambini per ogni adulto

Prenotazioni:  è necessario prenotare la visita telefonando ai numeri:

           02 794889 - 02 796334  

Posti disponibili:  gruppi di massimo 20 bambini per ogni ora

Orari:   mattina ore 10.00, 11.00, 12.00

            pomeriggio ore 14.00, 15.00, 16.00, 17.00 

Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.museopoldipezzoli.it 

Scuola per baby sitter: “Facciamo crescere Peter Pan”

Wednesday, 8/2/2006

Baby sitter esperta cercasi: che sia brava e paziente, sempre allegra divertente…
Per essere una vera Mary Poppins non basta saperci fare con i bambini: occorre competenza.
Così la II Circoscrizione organizza 10 incontri con psicologi, pediatri e insegnanti che mettono a disposizione la loro esperienza per formare le future Mary Poppins.
Gli incontri - che si terranno a partire dal 18 ottobre in via Dire Daua 11 - sono gratuiti e con cadenza settimanale. Sono organizzati dalla Banca del Tempo e dalla Consulta del Volontariato, ed hanno il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche sociali.
Sono rivolti a chiunque voglia prestare la propria opera come baby sitter e saranno corredati da un attestato di frequenza.Per informazioni tel. 06. 80698231

A Roma con la Lupa

Thursday, 21/10/1999

Se avete deciso di far nascere il vostro bambino o la vostra bambina a Roma, siate certe che lui o lei ve ne saranno grati, per sempre. Romanticismi e storicismi a parte, però, vediamo quali garanzie e opportunità offre la Capitale alle puerpere, nell’ultima estate che precede il 2000. Anche se la Sanità italiana non gode di ottima fama, non fatevi intrappolare dal luogo comune del “più si paga e più si è sicuri”. Ci sono strutture pubbliche – nel nostro Paese e a Roma -  di tutto rispetto, con personale altamente qualificato e attrezzature all’avanguardia. Tra gli ospedali, inoltre, si può scegliere quello che più rispetta le Vostre esigenze di donne e di mamme.. Non scartate, quindi, a priori, l’ospedale per la clinica privata, anche se questa spesso offre una migliore coreografia: in Italia, purtroppo, si registra un elevato numero di parti cesarei che, in alcune zone, raggiungono – e certe volte superano -  il 50% dei parti (per l’Organizzazione Mondiale per la Sanità non ce ne dovrebbero essere più del 10-15% ).
In clinica, in ospedale o a casa?

Qualsiasi struttura abbiate scelto come “nido” per mettere alla luce il vostro bambino/a, è bene non dare niente per scontato. Ecco, allora, alcune cose da chiarire con la clinica o l’ospedale per essere sicure che queste non deludano le Vostre aspettative::
- Com’è organizzata la struttura? Accertatevi del numero dei posti disponibili nel reparto ostetrico, delle caratteristiche delle camere di degenza, di quante sale travaglio e di quante sale parto ci sono, del numero delle sale operatorie. Se avete deciso di partorire in una clinica privata o convenzionata, accertatevi che questa resti aperta anche nei mesi estivi. 
- L’assistenza durante la gestazione: è  necessario sapere in anticipo se la struttura presso la quale avete deciso di partorire organizza dei corsi di preparazione al parto. Questo per evitare di rimanere senza assistenza durante la gravidanza.  Gli ospedali, in genere, organizzano corsi a pagamento ( non superano il costo delle 70.000 lire).. Le strutture private e convenzionate, invece, gestisco più liberamente i corsi di preparazione al parto: è bene, quindi, contattarle già dai primi mesi di gestazione.
- Anche i Centri e le Associazioni di informazione sulla maternità e  sulla nascita organizzano corsi di preparazione al parto e seguono la mamma fino a dopo la nascita del bambino/a, offrendo anche la possibilità di partorire a casa. Per quanto riguarda Roma c’è un’ampia scelta:

ARIS tel. 06/5810267; 06/5881824
Artemide tel. 06/70476220/7577139
Ass. Las Parteras tel.06/5504141
Ass. Ostetriche Centro Nascita tel.06/7821587
Centro nascita Montessori 06/80691391 fax 06/8080390
Centro Simonetta Tosi 06/6879775
Centro studi Yoga tel.06/44240491
Dipartimento di Ricerca sulla vita prenatale tel.06/5209304
Il Melograno tel. 06/70475606

La degenza: riguarda la durata della degenza (da 3 a 5 giorni per il parto spontaneo e da 5 a 7 giorni per il cesareo) e le modalità di accesso alla struttura. Negli ospedali si entra passando dal Pronto Soccorso, nelle cliniche private è necessario prenotare la stanza, contattando con largo anticipo la struttura.

Le procedure del travaglio e del parto: è la voce più complessa in cui sono specificate le varie modalità di assistenza. Chiedete pure al personale ostetrico di visitare il reparto maternità, perché il luogo vi risulti più familiare al momento del parto. Chiedete di visitare la sala travaglio e la sala parto. Informatevi se vi lasciano libere di scegliere  la “posizione” in cui partorire. (non datelo per scontato!). Se interventi quali l’episiotomia ( il taglio dalla vagina all’ano), il clistere, la tricotomia ( la depilazione del pube) vengono fatti di routine oppure sono scelti liberamente dalla donna.
In Italia la legge parla chiaro: << … bisogna favorire l’autonoma scelta della donna e la sua partecipazione attiva nell’espletamento del tipo di parto da affrontare, evitando l’imposizione di ritmi e di posizioni a lei non confacenti, forme analgesiche non richieste, interventi intempestivi, e prospettando senza indugio alla donna e al padre l’eventuale esigenza di procedere ad intervento operatorio>> (Articolo 2 della legge n.84 del 3/6/1985).

Il neonato: Non dimenticatevi di chiedere informazioni su ciò che riguarda la nursery: se è possibile avere il bambino nella propria stanza per tutto il periodo della degenza; se potete abbracciare subito dopo il parto; se c’è un reparto di terapia intensiva (sono poche le strutture private dotate di un reparto di cura intensiva, assolutamente necessario in caso di complicazioni).

L’allattamento: informatevi su “come” e “dove” è possibile allattare il bambino/a, sui tempi e gli orari delle poppate. Se la clinica o l’ospedale favoriscono – e in che modo - l’allattamento al seno. Se il bambino viene nutrito con il biberon prima di conoscere il latte materno ( vedi archivio di Giacomino nella rubrica Mamme) 

L’orario delle visite: accertatevi che il papà del bambino sia libero di farvi visita in qualsiasi momento e informatevi sugli orari per ricevere  parenti ed amici.

I costi della degenza: Non dimenticate  di chiedere il preventivo delle spese se vi affidate ad una struttura privata o convenzionata.  I prezzi variano sia per il tipo di stanza, sia per il tipo di parto (il cesareo ha costi molto più elevati rispetto al parto naturale). Informatevi su QUANTI PARTI NATURALI E QUANTI CESAREI SONO STATI FATTI IN QUELLA STRUTTURA NELL’UTLIMO ANNO.
Secondo i dati riportati nella Guida ai luoghi del parto, infatti, nelle strutture private romane  la maggior parte delle donne partorisce con parto cesareo ( 67%).
La guida, redatta in collaborazione tra il Melograno (Centro Informazione maternità e nascita) e il Comune di Roma (Commissioni delle elette dell’Ufficio Pari Opportunità), fornisce dei parametri che consentono di valutare più coscientemente  la scelta delle strutture pubbliche, private e convenzionate dove partorire a Roma. La guida si può richiedere gratuitamente  presso i consultori, le farmacie comunali, le sedi delle varie circoscrizioni di Roma e il Melograno (via Saturnia 4a, tel.06 70475606) che, inoltre, organizza corsi per la donna in gravidanza, fornisce un’assistenza per il periodo che precede e che segue il parto, e un mercatino dell’usato ( abbigliamento, libri e attrezzature per l’infanzia).
Come prepararsi alla gravidanza
Appena si parla di gravidanza si pensa subito al ruolo della madre nella sfera familiare alle sue responsabilità, ai suoi doveri ai suoi egoismi, ma ciò che è opportuno evidenziare è parlare dei problemi, delle attese, delle aspettative  e delle angosce che spesso accompagnano la donna al momento del parto e dell’importanza di trovare una persona di fiducia che la accompagni in questo meraviglioso viaggio.
Molte donne in gravidanza, al contrario, vivono questa situazione con disagio e allarmismo, spesso hanno il timore di non fare mai la cosa giusta. Una donna in attesa deve ricordarsi, che è lei la prima specialista di se stessa, anzi proprio in questa eccezionale circostanza deve riacquistare la capacità di sentire i suoi bisogni e i suoi desideri, e  uno specialista potrà darle sì consigli, nel caso sussistano dei problemi e aiutarla a decifrare i suoi sintomi, ma è la donna la vera protagonista della gravidanza, come suggerisce Quando vola la cicogna, ediz. FrancoAngeli, libro curato dal personale specializzato del Melograno. Sempre secondo questo prezioso libro, la donna oggi ha perso il suo potere decisionale, preso ora da un qualsiasi medico specialista o parente sempre pronto a dare consigli, con i quali la donna stabilisce spesso un rapporto di passività e di dipendenza. Lo specialista, secondo Annamaria Gioacchini, ostetrica del Melograno, dovrebbe aiutare la donna ad avere fiducia in se stessa, ricordandole sempre che la nuova condizione è puramente fisiologica,  e non è una “malattia che va curata”, è un atto naturale e come tale deve viverlo, ossia nella più totale serenità, godendo al massimo delle meravigliose emozioni che riserva una condizione così unica e particolare.
Il primo consiglio che ci viene dato da Annamaria è quello di affidarsi ad uno specialista, sia esso un ginecologo/a o un’ostetrica e stabilire con questi, un rapporto di fiducia e chiedere quindi il necessario sostegno, aiuto e assistenza per tutta la durata della gravidanza nel rispetto della propria scelta e delle proprie esigenze. Nel caso in cui sorgessero dei dubbi fondati, si può ricorrere al parere di un altro specialista. La fiducia è essenziale per potervi affidare, ma si consiglia di non dipendere passivamente. 

Fratello di latte

Thursday, 21/10/1999

Di Benedetta de Vito

Leonardo non è solo: Leonardo, il mio unico bimbo di undici mesi, a Roma o chissà dove, ha dei fratellini di latte. Forse non ne incontrerà mai nessuno, d’accordo, ma è bello sapere che in giro per il mondo dei bimbetti meno fortunati di lui, magari nati prematuri, o con malformazioni cardiache o intestinali, sono cresciuti, protetti dal calduccio del loro cubicolo pieno di tubi e tubicini, anche grazie al mio latte. Al suo latte. Che poi per quei piccini è più che un nutrimento, è un farmaco. Se questo piccolo–grande miracolo è stato possibile lo devo alla Banca del latte umano dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, nata nel 1989, grazie all’impegno della dottoressa Maria Amalia Ambruzzi. Per me è stato un incontro casuale, tre minuti di servizio sul Tg2, un numero di telefono preso al volo, con Leonardo tra le braccia, ed eccomi “donatrice” di latte. Prego, “mucca Carolina diplomata”, come mi chiama mio marito, che se la ride ma io so che è fiero di quel diploma color carta da zucchero che mi incorona balia del nuovo millennio per “l’alto contributo umano offerto come donatrice del proprio latte a favore dei piccoli malati”.

Tutto inizia con delle analisi (una passeggiata per le neomamme, abituate a ben altro!) poi comincia l’avventura fatta di fatica e di allegria, tra le poppate e le “mungiture”. Un po’ a Leonardo e un po’ agli altri bimbi. Naturalmente, come ogni banca che si rispetti, anche quella del latte umano è ben organizzata. Tutti i lunedì mattina – puntuale come il levar del sole – arriva la telefonata della gentile signorina Luciana Dell’Uomo, dietista dell’Ospedale: ” Signora, ha latte per noi?” Per rispondere sì occorre averne raccolto (negli appositi biberon sterilizzati, forniti dal Bambin Gesù) almeno 700 Cc. Il che significa 100 Cc al giorno. Non poco. Almeno per me che, spesso, ho saltato un turno (o anche due). Ma la signorina mi rassicurava così: “Pensi che un bimbo prematuro non prende più di 50 Cc al giorno!”. Insomma si va avanti volentieri. La voce squillante della Dell’Uomo conclude:” Ci sentiamo lunedì prossimo, non si preoccupi!” Oppure, se il latte c’è:” Allora le mando il pony, mercoledì mattina. Dalle 9 alle 12, mi raccomando, si faccia trovare in casa”.

Prima di riagganciare giunge l’altra domanda da copione: “Quanti biberon le faccio avere, signora?”

“Faccia sette” che mi bastano per un po’, penso tra me e me, mentre Leonardo, sulla sdraietta, sorride con gli angeli. Nel frattempo, in freezer, schierati come soldatini, sono già belli e pronti i biberon che dovrò consegnare. Tutti quanti sono etichettati da me: nome, cognome, quantità del latte, giorno di mungitura. Al mercoledì mattina, suona il citofono ed ecco il ragazzo del pony di turno, sorridente sempre. Porta con sé un thermos da pic-nic che si apre per inghiottire i miei diafani “soldatini” e rifornire dei sette biberon richiesti. Così si ricomincia, mentre Leonardo, ignaro e felice, guarda impudente il fattorino con quei suoi grandi occhi di bimbo ed io penso ad altri occhi, ad altri bimbi, ai fratellini di latte del mio bambino.

 
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