CHE CI FACCIO IO QUI? I BAMBINI NELLE CARCERI ITALIANE

Denunciare la condizione dei bambini costretti alla reclusione in spazi inappropriati, questo l’obiettivo principale della mostra-reportage Che ci faccio io qui? I bambini nelle carceri italiane, ospitata presso la Sala Santa Rita del Comune di Roma in via Montanara 8 (Piazza Campitelli) dal 9 al 29 settembre 2010.

Alle immagini di 5 grandi fotografi - Marcello Bonfanti, Francesco Cocco, Luigi Gariglio, Mikhael Subotzky e Riccardo Venturi  - è affidato il compito di documentare la realtà, spesso sconosciuta o ignorata, della vita quotidiana delle donne detenute e dei loro bambini. Se, infatti, molti sono stati i contributi fotografici rivolti alla situazione carceraria, manca un lavoro, specifico e completo, capace di documentare la situazione esistente nel nostro Paese e offrire uno sguardo complessivo su questa drammatica situazione.

La mostra è un’importante occasione per richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dei parlamentari su questo problema e sollecitare la discussione sulla proposta di legge a “tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori” attualmente in discussione al Parlamento. Le foto sono state scattate in 5 Istituti penitenziari femminili: Roma - Rebibbia, Avellino - Bellizzi Irpino-Pozzuoli, Milano - San Vittore, Torino - Lo Russo e Cutugno, Venezia - Giudecca.

Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, l’esposizione nasce dalla collaborazione tra Contrasto e l’Associazione di volontariato “A Roma, Insieme” con il sostegno della Provincia di Roma - Assessorato alle politiche Sociali e della Famiglia. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

“A Roma, Insieme” è un’associazione di volontariato nata nel 1991 per sviluppare progetti sulle politiche sociali della città e dal 1994 ha concentrato la sua attività sul lavoro con le donne e i bambini in carcere. L’associazione, che si rappresenta con la frase “nessun bambino varchi più la soglia di un carcere”, dal 1994 promuove e realizza una serie di attività concrete per limitare i danni del carcere sui bambini e ad aiutare le donne a gestire il rapporto con i propri figli durante la detenzione e favorire il loro reinserimento sociale, ma allo stesso tempo mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e per attivare risposte adeguate da parte delle Istituzioni sia locali che nazionali.

Il reportage fotografico è stato realizzato da 5 professionisti di fama internazionale, selezionati tra quelli più attenti ai problemi sociali e alle questioni carcerarie: Marcello Bonfanti, Francesco Cocco, Luigi Gariglio, Mikhael Subotzky e Riccardo Venturi.

Marcello Bonfanti è nato nel 1972 e vive a Milano. Si è laureato nel 2002 in Photographic Arts alla University of Westminster di Londra. Ha ricevuto riconoscimenti internazionali tra cui l’Hodge Award del settimanale britannico The Observer nel 2001 e il terzo premio nella categoria Arts and Entertainment stories del World Press Photo 2005 con il lavoro sulle drag queens cubane. Ha realizzato, fra l’altro, la campagna immagine per Emergency (2007) e la campagna promozionale del made in Italy con testimonial Isabella Rossellini. Nelle sue immagini Marcello Bonfanti cerca sempre il rapporto con il soggetto fotografato e riesce, grazie alle atmosfere artificiali delle sue illuminazioni, a dargli un’unicità.

Francesco Cocco, classe 1960, inizia la sua attività di fotografo nel 1989. Agli esordi della sua carriera documenta il Vietnam postcomunista, la prostituzione minorile in Cambogia, la realtà dei disabili italiani. Dal 2000 inizia una proficua collaborazione con Medici senza Frontiere documentando le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati clandestini in Italia da cui nasce il libro “Nero”, edizioni Logos (2007). Dal 2002 realizza un viaggio nelle principali carceri italiane le cui immagini vengono raccolte nella mostra e nell’omonimo volume Prisons. Grazie all’utilizzo di un bianco e nero violento e ad uno sguardo graffiante, pone la coscienza dell’osservatore di fronte alle realtà più scomode della nostra società e lo obbliga a confrontarcisi.

Luigi Gariglio è nato a Torino nel 1968. Dal 2002 insegna Sociologia Visuale e Usi Sociali della fotografia all’Università di Torino. Dei suoi ultimi progetti fotografici ha pubblicato Aereospace gallery, sugli ambienti tecnologici di Avio SpA, nel 2003, e Ritratti in Prigione, ritratti di prigionieri e degli ambienti carcerari, nel 2007. In questo come nei suoi lavori sulle lap-dancers, sulle coppie omosessuali, sulle partecipanti a Miss Italia, il suo sguardo ama indagare e soffermarsi sui volti delle persone, che fotografa in modo seriale e “oggettivo” lasciando ai visi dei suoi soggetti il compito di raccontare la loro storia e di abbattere i pregiudizi nei loro confronti. 

La fotografia di Michael Subotzky (nato a Cape Town in South Africa nel 1981) si colloca in quella dimensione così densa tra la documentazione e l’analisi critica del contemporaneo. 

Il suo progetto più recente, del 2004, “Die Vier Hoeke” (”i quattro angoli”), offre una visione critica forte delle condizioni di vita di una prigione del Sud Africa contemporaneo e alimenta un dibattito sulla giustizia sociale e sui diritti umani. Nello stesso tempo propone una nuova idea del “soggetto” fotografico presentando dei ritratti intensi che si esprimono nella doppia identità di individuo e di carcerato.

Riccardo Venturi nasce a Roma nel 1966. Fotogiornalista dal 1989, è rappresentato dall’Agenzia Contrasto. Negli anni Novanta estende il suo interesse agli avvenimenti internazionali, con i suoi lavori sull’Albania post comunista e sulla Germania dei naziskin. In questo periodo realizza i suoi primi reportage di guerra in Afghanistan, con cui vince il World Press Photo nel 1997 e in Kosovo, che gli vale il Leica Honorable Mention nel 1999. Prestigiose le sue Pubblicazioni editoriali per L’Espresso, Il Venerdì di La Repubblica, National Geographic, Le Nouvelle Observateur e Time Magazine. Recentemente ha pubblicato con successo il libro “Afghanistan il nodo del tempo”.

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